AL TELEFONO

Intercettazioni, Lupi telefona a Incalza: "Posso mandarti mio figlio?"

"Quando vuoi" è la risposta dell'alto funzionario, che lo riceve nel pomeriggio. E' l'8 gennaio 2014. Poco dopo, Incalza chiama Perotti

19 Mar 2015 - 17:07
 © ansa

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Maurizio Lupi chiese a Ercole Incalza se fosse "disponibile a ricevere in ufficio al ministero a Roma, nello stesso pomeriggio", il "figlio Luca, per 'consulenze e suggerimenti'". E' quanto risulta da una delle intercettazioni raccolte dagli investigatori nell'ambito dell'inchiesta sulle Grandi opere. E il riferimento è a "un lavoro" per il figlio del ministro. Alla richiesta Incalza rispose "quando vuoi".

Luca Lupi, il testo dell'intercettazione - Il fatto risale all'8 gennaio 2014. E sono le 13,33 di quel pomeriggio quando Luca Lupi entra nell'ufficio di Incalza. "Ascolta - dice Lupi - se fra un quarto d'ora ti mando questo che è venuto da Milano a Roma a far due chiacchiere? Nel senso di avere consulenze e suggerimenti eccetera. Viene mio figlio Luca, no, quando vuoi, dimmi a che ora te lo faccio venire in modo che...". Incalza, secondo quanto viene ricostruito, dà la sua disponibilità per ricevere Luca Lupi nello stesso pomeriggio: "Quando vuoi, ma figurati! Nessun problema! O adesso o alle cinque, quando finisce il Tesoro, no?". Lupi preferisce che il figlio parli con Incalza subito: "No, allora conviene che venga adesso, così...".

Alle 14,29, annotano gli investigatori, Incalza chiama Stefano Perotti e gli chiede quando può essere a Roma. Perotti risponde: "Posso arrivare venerdì se vuoi". Incalza, continua l'annotazione, "si rivolge a una persona che è nel suo ufficio (Luca Lupi) e gli chiede se gli va bene fissare l'incontro con Stefano Perotti per venerdì 10 gennaio". Poi Perotti chiede: "Chi è questo?" e Incalza gli fa capire che è Luca Lupi dicendo: "Il figlio di Maurizio!".

L'ex presidente Italfer: "Lupi? Pessimo politico" - In un'altra intercettazione risultano alcune frasi dell'ex presidente di Italfer Giulio Burchi che del ministro Lupi dice che "è un pessimo politico ma un ottimo amministratore", mentre l'ex eurodeputato Vito Bonsignore, definito "un mascalzone", è "uno che deve aver usato dell'olio" a proposito del via libera all'autostrada Orte Cesena.

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