"La magistratura si rispetta ma basta invasioni di campo nella politica", ha detto il premier
"Noi vogliamo dire ai magistrati, guardate che voi avete tutto il nostro sostegno ma le sentenze si fanno nei tribunali, quelli da condannare si trovano nei tribunali". Lo afferma il premier Matteo Renzi intervenendo a Classedem, la scuola di formazione politica del Pd, sulla vicenda della pubblicazione delle intercettazioni nell'ambito dell'inchiesta su Tempa Rossa.
"Rispetto i pm ma no invasione di campo con la politica" - "La magistratura - ha aggiunto il presidente del Consiglio - non si accusa, non si segue, si rispetta chiedendo di fare ciò che da secoli deve fare e su cui noi non mettiamo bocca così come la magistratura non mette bocca nel procedimento legislativo. Sarebbe clamorosa invasione di campo se accadesse".
"Tifo per la giustizia, ma la politica non è subalterna" - "Il rapporto con la magistratura è sempre stato di subalternità o di attacco. Ora è arrivato il momento di dire che noi facciamo il tifo per la giustizia", ha affermato Renzi smorzando le polemiche degli utlimi giorni. "Noi - ha assicurato - nutriamo profondo rispetto per la giustizia ma anche della politica: la politica non è una cosa sporca, è una cosa bella e non accetteremo mai di renderla subalterna a niente e nessuno".
"Indagine sfiora il governo? Prego, ma fate veloci" - "Quelli di prima cercavamo di non mandarvi a sentenza. Si inventavano il legittimo impedimento, poi c'era il lodo... noi abbiamo detto: c'è un'indagine che sfiora il governo? prego. Venite. Chi è il responsabile dell'emendamento? Io. Ma vi chiediamo di fare veloci perché le sentenze non arrivano. E se arriva la prescrizione vuol dire che qualcosa non ha funzionato". Il premier ha quindi fatto "un gigantesco applauso alla procura di Marsala, dove i tempi dei processi sono i più rapidi in assoluto".
"Non prendiamo soldi dai petrolieri" - Dire, come ha fatto il 5 Stelle Carlo Sibilia, che non c'è differenza tra governo e camorristi, ha sottolineato, "è una cosa enorme così come quella di chi dice che siamo complici e collusi con la mafia, così come quella di chi dice che abbiamo preso soldi dai petrolieri, dall'Eni, che è una società partecipata. E' un bene comune l'Eni. Se la settimana prossima qualcuno va in cassa integrazione e si chiudono dei contratti, lo vediamo l'effetto sull'Eni di polemiche".