Il leader del Nuovo centrodestra precisa che nulla è ancora stato deciso, mentre il numero uno del M5S avverte: "E' solo un'allucinazione"
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"L'accordo sulla legge elettorale non è ancora definito". Il vicepremier, Angelino Alfano, interviene sulla riforma del sistema di voto. "Le prossime ore sono decisive. Noi chiederemo tutti e quattro i nostri punti: definizione in anticipo del candidato premier delle coalizioni, l'esistenza delle coalizioni per legge, una vera e seria quota di sbarramento e no al Parlamento dei nominati", ha detto il leader del Nuovo Centrodestra.
E anche Beppe Grillo boccia su tutta la linea l'accordo Renzi-Berlusconi con queste parole: "La Profonda Sintonia con un pregiudicato al quale vengono affidate le sorti del Paese attraverso una nuova legge elettorale è un'allucinazione". E aggiunge: "Non può succedere che chi è stato scaraventato fuori dalla finestra del Senato per frode fiscale dal M5S con i voti del Pd sia chiamato a fare le leggi dal Pd. Chiunque sano di mente non ci può credere. E' un'allucinazione".
Alfano: "No al Parlamento dei nominati" - Anche il leader del Nuovo centrodestra non ci sta e dice "no al Parlamento dei nominati perché, come succede per i consiglieri comunali e regionali e per gli eurodeputati, ciascuno deve andare a chiedere il voto per sè, con il proprio cognome". Ora, aggiunge, "provano a fare il giochino delle liste bloccate corte, provano a dire 'le preferenze sono un tema delicato': insomma, i consiglieri comunali e regionali e i parlamentari europei si debbono cercare i voti, solo al Parlamento potrebbero entrare elementi della criminalità organizzata, che infatti non ci sono nei consigli comunali e regionali. Noi chiediamo anche una vigilanza alta".
"Se è scattata la reazione anticasta, se tanta gente non ha più fiducia nella politica - precisa Alfano - è proprio per il meccanismo delle liste bloccate". Tra gli altri punti della futura legge elettorale, Alfano ha ribadito la richiesta di uno "sbarramento serio e vero, di cui non abbiamo paura perché non abbiamo la sindrome del piccolo partito: in due mesi siamo diventati la quarta forza politica del Paese". E ha rilanciato il "no al partito unico per legge".
"Fallito il tentativo di farci fuori" - "Si è verificato un tentativo di far passare un sistema elettorale come il sistema spagnolo che doveva portare il bipolarismo italiano ad un sistema con due partiti, un modo per soffocare nella culla il neonato Ncd - ha detto Alfano a "In mezz'ora" -. Noi ci siamo sottratti a questo tentativo di infanticidio e oggi festeggiamo il nostro primo grande successo". E su Berlusconi aggiunge: "Il presidente Berlusconi ha tentato di far cadere governo, di bloccare il percorso riforme, poi ha capito di aver fatto una scelta scagliato ed è tornato indietro".
Casini: "Sì alle preferenze" - "In Parlamento proporremo le preferenze perché i parlamentari vengano scelti dai cittadini e non dai partiti", ha scritto sul suo profilo Facebook il presidente della commissione Affari esteri del Senato, Pier Ferdinando Casini.