LA PROMESSA DI PREMIER E VICE

Ires per no-profit in Manovra, dietrofront del governo: "La norma cambierà"

Il premier Conte e i due vice che "si impegnano a una correzione" nel primo provvedimento utile. Venerdì l'atto finale della legge di bilancio

27 Dic 2018 - 23:31
 © ansa

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Nessuno tira in ballo qualche "manina" da incolpare, ma la retromarcia c'è. Il governo sull'Ires agli enti no-profit assicura che a gennaio si cambia. La norma da riscrivere è contenuta nella Manovra e prevede appunto l'aumento dell'Ires sugli enti no-profit, rivedendola dal 12 al 24%, come per tutte le altre imprese.

Manovra in terza lettura alla Camera - La legge di bilancio è arrivato al suo atto finale, in terza lettura alla Camera, e da più parti - dalla Cei alla conferenza delle Misericordie, dai frati di Assisi alle opposizioni in Parlamento - si leva unanime il no a quella che viene ribattezzata come la tassa sulla solidarietà.

Di Maio corregge il tiro - Per annunciare il passo indietro, a distanza di pochi minuti l'uno dall'altro, scendono in campo i big di Palazzo Chigi. Il primo a correggere il tiro è Luigi Di Maio, il quale smentisce di fatto chi tra i suoi (come Laura Castelli e Stanislao Di Piazza che parla di "un sistema di incentivi fiscali che premi solo chi fa attività veramente sociali, senza furbizie") si ostinava a difendere il provvedimento.

E dichiara che "quella norma va cambiata nel primo provvedimento utile. Si volevano punire coloro che fanno finto volontariato e ne è venuta fuori una norma che punisce coloro che hanno sempre aiutato i più deboli. Non possiamo intervenire nella legge di bilancio perché si andrebbe in esercizio provvisorio. Ma prendo l'impegno di modificarla nel primo provvedimento utile".

Conte: "A gennaio si cambia" - Subito dopo è il premier Giuseppe Conte a dare una prima tempistica: "Provvederemo quanto prima, a gennaio, a intervenire per riformulare e calibrare meglio la relativa disciplina fiscale - assicura in un post su Facebook -. Le iniziative di solidarietà degli enti non-profit, anche alla luce del principio di sussidiarietà, rappresentano uno strumento essenziale per un'efficace politica di inclusione sociale e di effettiva promozione della persona. Il Governo ha ben presente tutto questo e al Terzo settore sin dall'inizio ha dedicato grande attenzione".

Salvini: "Mio impegno ad aiutare il volontariato" - Infine, anche il ministro dell'Interno Matteo Salvini segna l'inversione di rotta: "Dopo aver incontrato e ascoltato tanti presidenti e associazioni, garantisco l'impegno del governo a intervenire per aiutare le tante associazioni di volontariato che utilizzano solo a scopi sociali i loro fondi, ci sarà invece massimo rigore con i 'furbetti' che fanno altro".

L'attacco della Cei - La norma era stata definita "una provocazione" dal cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, che si era rivolto direttamente a Matteo Salvini: "Gli direi 'Signor ministro, se la prenda con chi vuole, con i vescovoni, con la stampa cattolica, con i preti meschini e arrivisti, ma non tocchi l'umanità e il senso del dovere che hanno ispirato la nostra Costituzione".

Anche la Confederazione nazionale Misericordie d'Italia aveva espresso "forte preoccupazione" stimando in "oltre 1 milione di euro" la cifra che verrebbe sottratta "alle opere di assistenza" e quindi "ai poveri".

Le opposizioni contestano - Se il Forum del Terzo settore prende atto del passo indietro del governo e attende "la tempestiva convocazione dell'annunciato incontro di chiarimento per trovare le correzioni alle previsioni della manovra", alle opposizioni non basta il dietrofront. "Sarà vero? Intanto la approvano, dopo chissà - attacca da Forza Italia Mara Carfagna -. Da dove vengono fuori le norme? Chi le scrive? E chi parla a nome del governo? E soprattutto, con quale coraggio i deputati voteranno una norma così ingiusta?". E, dal Pd, Filippo Sensi attacca: "Riepilogo su Ires: in manovra macellano il non-profit, Castelli di M5s difende il provvedimento, poi Luigi Di Maio la sconfessa e dice che faranno una norma ad hoc, Giuseppe Conte al solito si acconcia. Ma perché aspettare l'anno del poi quando possono modificarlo ora?".

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