"Il Califfato può essere sconfitto con un'azione culturale, politica, e assicurando maggiore collaborazione delle intelligence dei vari Paesi"
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Nell'azione antiterrorismo l'Italia è in prima linea: l'Isis si può battere con un'azione culturale, politica, e assicurando una maggiore collaborazione delle intelligence dei vari Paesi. A dirlo, in un'intervista al Messaggero, è il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Secondo il quale, inoltre, dal ritorno di uno Stato libico dipende la fine del califfato nella regione: per questo la Conferenza di Roma è quanto mai opportuna.
Una volta formato un governo libico di unità nazionale, spiega il Capo dello Stato, la comunità internazionale avrà il dovere di aiutarlo e l'Italia sarà la prima ad essere disponibile. "L'iniziativa di svolgere a Roma una conferenza internazionale sulla Libia è quanto mai opportuna".
Tornando sulla lotta al terrorismo, Mattarella sottolinea che "è necessaria anche una risposta militare per annullare le basi di leadership e organizzative del terrorismo. L'Italia lo sta facendo da tempo, in tanti teatri di operazione". Il Presidente della Repubblica ricorda quindi che "non è un caso che ben quattro missioni internazionali siano sotto comando italiano".
Infine l'appello: "Non è possibile chiudersi in casa o rinunciare a vivere con pienezza: sarebbe un errore e un successo dei terroristi. Inoltre costoro, vedendo che riescono a condizionare i nostri comportamenti, potrebbero sentirsi indotti a moltiplicare gli attentati".