ALLA DIREZIONE DEL PD

Italicum, Franceschini: servirà una riflessione dopo il referendum

Il ministro dei Beni culturali alla direzione Pd: "Ragionare su una legge elettorale che dia la possibilità di reintrodurre le coalizioni"

04 Lug 2016 - 18:54

Dopo il referendum "servirà una riflessione" su una legge elettorale che dia la "possibilità di reintrodurre e far esistere le coalizioni". Lo ha detto il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, intervenendo alla direzione Pd. "Siamo vissuti in uno schema destra-sinistra, ma siamo finiti in fretta in uno schema diverso: populisti da una parte, sistemici dall'altra", ha aggiunto.

Franceschini si è posto poi la domanda sulla natura dell'attuale maggioranza di governo: "E' il residuo di una grande coalizione, o è tenere insieme le forze contro i populismi? Lo schema nuovo è populisti-sistemici, e dobbiamo tenere insieme quelli che con storie diverse sono contrapposte ai populismi. E' una transizione, o è una prospettiva?".

"Non è un ritorno all'Unione" - "Io penso sia una prospettiva - ha proseguito -, e allora bisogna fare le scelte conseguenti" a partire dalla legge elettorale rispetto alla quale "ragionare sulla possibilità di far esistere le coalizioni non sinigifica tornare ai 14 partiti dell'Unione. Ma se lo schema è questo bisogna allargare al campo: qualcosa al nostro centro, e qualcosa alla nostra sinistra, sinistra di governo ovviamente". Una legge elettorale di questo tipo "darebbe la possibilità di qualcosa di moderato nel centrodestra, con una destra che non sia solo risucchiata nell'estremismo".

Cuperlo a Renzi: fermati o porterai sinistra a sconfitta - Matteo Renzi deve "fermarsi" e "cambiare" rotta, altrimenti porterà "la sinistra italiana a una sconfitta storica". E' questa l'opinione di Gianni Cuperlo, che in direzione Pd si è rivolto direttamente al premier: "Se la parte più fragile della società perde la fiducia in noi tu puoi convincerti che il tuo racconto era comunque giusto e che si è spinto poco l'acceleratore ma questo porta contro una parte". Bisogna "cambiare", perché "ci votano i quartieri del centro, meno gli altri", ha aggiunto.

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