Più flessibilità in entrata ma tutele piene solo dopo tre anni dall'assunzione: sono le linee guida della riforma che il premier intende portare in Parlamento in autunno
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Il governo, dopo i dati economici negativi, accelera sulla riforma del lavoro, rimandata in primavera. Il nuovo job act allo studio, prevede forti sgravi per gli imprenditori che assumono a tempo indeterminato, con costi quasi dimezzati, più flessibilità ma anche meno tutele per i neoassunti: per i primi tre anni di contratto, infatti, verrà "sospeso" l'art. 18 e il datore di lavoro potrà rescindere il contratto senza motivazione.
La "road map" per il nuovo job act, come spiega Il Messaggero, prevede, che a settembre il Parlamento voti il via libera alla legge che delegherà il governo a scrivere la riforma. L'approvazione, poi, dovrebbe avvenire entro la fine del 2014 così da completare la riforma nei primissimi mesi del 2015.
La sospensione dell'art. 18, che il ministro dell'Interno Angelino Alfano definisce un "atto di coraggio come la riduzione del Senato", potrebbe trovare forti resistenze in alcune correnti del Pd, pronte a dare battaglia contro la presunta "discriminazione" dei nuovi assunti. La riforma, comunque, prevede alcune tutele. Il licenziamento, che non potrà avvenire in modo discriminatorio, garantirà, oltre e a quanto maturato, un'indennità corrispondente a due giorni di lavoro per ogni mese lavorato.
Meno contratti, più flessibilità
Oggi i contratti di lavoro, secondo l'analisi del governo, sono oltre 40: la riforma mira a una semplificazione decisa, una sforbiciata che li ridurrà a un massimo di sei. Oltre a quelli a tempo indeterminato e a tutela crescente, resteranno il tempo determinato, l'apprendistato e quello di somministrazione. Prevista anche una revisione delle tutele sociali e soprattutto una semplificazione per tutte le procedure di assunzione che, unite agli sgravi fino al 50%, dovrebbero garantire una maggiore flessibilità.
La Cisl: "Cancellare i contratti truffa" - "Sulle modifiche all'articolo 18 si dibatte solo per un puntiglio ideologico. Non chiedono modifiche nemmeno le imprese". Lo ha detto il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, dopo che il governo ha ipotizzato la sua sospensione temporanea per i neoassunti. "Si sfugge ai nodi veri del mercato del lavoro - conclude -: bisogna cancellare i contratti truffa come false partite Iva, co.co.co. della Pubblica amministrazione e co.co.pro.".
Sacconi: "L'articolo 18 inibisce la propensione ad assumere" - Il capogruppo Ncd al Senato Maurizio Sacconi definisce l'articolo 18 uno tra i peggiori "vincoli che tengono l'economia italiana intrappolata nella recessione". L'articolo 18, dice, "inibisce la propensione ad assumere. E il basso livello di contenzioso è solo una conferma dell'incertezza giurisprudenziale che frena i datori di lavoro. Ne chiedono il superamento le associazioni d'impresa e tutte le istituzioni sovranazionali".
"Il fatto - prosegue - che già la maggioranza dei lavoratori italiani non vi sia soggetta ci dice che ne conosciamo l'impatto sulla continuità dei rapporti di lavoro. Ideologica non è la richiesta di superarlo, anche in via sperimentale, ma la sua ostinata difesa. E la riforma diventa ancor più accettabile nel contesto di quel rafforzamento delle tutele del mercato del lavoro che la legge delega dovrebbe garantire".