Gli accademici se la prendono soprattutto con un documento, il "Sillabo programmatico". Ma la ministra Fedeli respinge le accuse
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L'Accademia della Crusca bacchetta il ministero dell'Istruzione. Nel mirino dei linguisti c'è il Sillabo programmatico, documento dedicato alla promozione dell'imprenditorialità nelle scuole statali secondarie di secondo grado. Per i professori del gruppo Incipit dell'Accademia, il documento testimonia "l'abbandono dell'italiano", da parte del Miur, in favore di un "sovrabbondante e non di rado inutile" ricorso all'inglese.
La risposta della ministra Fedeli non si è fatta attendere. "Non capisco, sinceramente, da quali documenti o atti del Miur ricaviate la presunta volontà ministeriale di, cito, 'promuovere un abbandono sistematico della lingua italiana' - ha scritto -. È sbagliato, secondo me porre in alternativa l'italiano - il cui valore va non solo difeso, ma anche consolidato e promosso, come ha fatto il Ministero che ho avuto in quest'ultimo anno e mezzo l'onore di guidare - e l'inglese - che ritengo debba diventare lingua obbligatoria fin dalla scuola dell'infanzia, insegnato da docenti madrelingua".