L'affondo tranchant del giornale della Santa Sede che guarda alle vicende del Campidoglio con amareggiato distacco: "A meno di due mesi dal Giubileo, la Capitale non merita tutto questo"
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"Ora la Capitale, a meno di due mesi dall'inizio del Giubileo, ha la certezza solo delle proprie macerie". E' il commento dell'Osservatore Romano dopo le dimissioni del sindaco di Roma Ignazio Marino. "Roma - sottolinea il giornale della Santa Sede - davvero non merita tutto questo". L'Osservatore romano ricalca la linea del Papa, che aveva già messo alla berlina il primo cittadino per il caso dell'invito a Philadelphia.
"Nelle analisi compiute dagli organi di informazione italiani, si nota la pressoché inedita unanimità nel considerare come inevitabile - si legge - l'epilogo al quale si è giunti. Marino è caduto sotto i colpi di un'inesorabile serie di episodiche, a seconda dei casi, sono stati quanto meno qualificati come gaffes, gesti francamente inopportuni o superficialità".
"Lo stesso Renzi era intervenuto nei mesi scorsi per sollecitare un cambio di passo e cominciare a ricostruire: 'E' onesto, aveva detto il presidente del Consiglio riferendosi a Marino, ma ora deve governare'. Perché ora la Capitale - fa notare il giornale della Santa Sede -, a meno di due mesi dall'inizio del Giubileo, ha la certezza solo delle proprie macerie".
"Di certo - prosegue il quotidiano vaticano -, c'erano le infiltrazioni mafiose anche nel sistema degli appalti, forti dell'appoggio di funzionari amministrativi fino a qualche mese fa intoccabili. Di sicuro c'è stato un velo oscuro sopra la gestione e la raccolta dei rifiuti e delle discariche mentre è evidente quanto i monumenti di Roma siano stati deturpati dai chioschi dei venditori ambulanti".
"A Roma non si riescono a liberalizzare e a rendere efficienti alcuni servizi essenziali, a partire dai trasporti pubblici. E la manutenzione delle strade fa sospettare che ci sia molto da indagare anche lì. Ma, sopra a tutto, c'è una sola grande certezza: Roma davvero non merita tutto questo", conclude l'Osservatore.