Il leader Pd assicura che la soglia del 35% "non è troppo bassa", dice che "le regole si fanno con gli avversari" e dichiara: "La riforma elettorale si poteva fare meglio? Sì, ma si è fatto". Rimpasto? "Decida Letta"
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Matteo Renzi si definisce "un sostenitore delle preferenze" e chiarisce che, se queste non compaiono nella sua proposta di riforma della legge elettorale, la responsabilità non è da attribuire a lui: "E' uno dei temi più contestati. Purtroppo sul punto si è registrata una netta ostilità di Forza Italia", dichiara il segretario Pd. "Aspettiamo di vedere che in Parlamento votino le cose che abbiamo concordato". "Senza riforme la legislatura rischia".
"Il passaggio di oggi è decisivo, il Pd è centrale, se riusciamo facciamo tutti insieme le riforme", ha detto il sindaco di Firenze ai deputati del suo partito in assemblea. "O noi cominciamo a mettere fretta e a chiudere o gli italiani non ci crederanno più".
"Ho dovuto cedere, se no saltava tutto" - "Una volta ottenuto il via libera alle riforme costituzionali - spiega ancora Renzi - il superamento del Senato, la lotta ai consiglieri regionali che fanno i furbi, la semplificazione istituzionale Stato-Regioni, il principio del premio di maggioranza, il ballottaggio, la lotta ai piccoli partiti, non sono riuscito a ottenere le preferenze. Vero, non ce l'ho fatta. Su questo punto abbiamo ceduto. Altrimenti saltava tutto".
"Sul sì alle preferenze - ricorda il sindaco di Firenze - fino a un anno fa nel Pd ero in netta minoranza. Tutti o quasi tutti quelli che oggi mi stanno attaccando sul punto erano contro le preferenze. Da D'Alema a Finocchiaro fino a Bersani o Violante, potete agevolmente recuperare l'elenco delle dichiarazioni contrarie al punto da far dire a qualcuno 'Siamo contro le preferenze per una questione morale!' Giudico dunque pretestuoso l'accanimento contro questo accordo se basato solo sulle preferenze".
Anche perché il Pd, continua, "ha già assicurato che faremo le primarie per i parlamentari (come del resto ha fatto per primo Bersani, diamo a Cesare quel che è di Cesare) e che ci sarà alternanza uomo/donna anche se non prevista nella legge. Però rispetto la polemica interna. Non faccio paragoni con quello che hanno fatto gli altri: dico che io sono riuscito ad arrivare fino a qui. Secondo me non è poco". E commenta: "Si poteva fare meglio? Certo. Ma intanto si è fatto".
Nella trattativa sulla legge elettorale, ha detto Renzi a "Porta a porta", "ciascuno ha dovuto mollare su alcuni punti di forza: Berlusconi sul ballottaggio, Alfano ha chiesto di non fare la ripartizione circoscrizionale ma quella nazionale. Io ho mollato sulle preferenze".
"I partitini sono arrabbiati? Si arrangino" - Il leader del Pd, a Scelta civica che chiede di abbassare la soglia di sbarramento dell'Italicum replica, sempre a "Porta a porta": "Dico che il giochino è interessante. Con tutto il rispetto, si mette la soglia di sbarramento proprio per evitare il ricatto dei partitini. I partitini si arrabbiano? Si arrangiano". "Basta al potere di ricatto".
Poi, aggiunge: "Il centrodestra sta con Berlusconi, convincano lui e ci facciano sapere. Se Alfano convince Forza Italia a modificare le soglie di sbarramento, le cambiamo. Se tutti son d'accordo in Parlamento, si cambia, perché che vuole che interessi a me delle soglie di sbarramento. Ma deve essere d'accordo FI". Mentre, sulla salvaguardia delle autonomie, Renzi precisa che "c'è sempre stato" un criterio di salvaguardia e "credo che lo riproporranno. Se c'è un partito politico che ha in tre-quattro regioni una percentuale molto forte rischia di non essere in Parlamento. C'è un sistema di salvaguardia".
E sulla soglia elettorale al 35%: "Tony Blair ha cambiato la Gran Bretagna vincendo le elezioni con il 29%. Hollande ha assunto la presidenza col 28%. La soglia del 35% per il premio di maggioranza non è bassa. Quella percentuale, ultimamente, l'ha superata solo Berlusconi nel 2008".
"Le camere possono cambiare la legge elettorale, il Pd no" - "In Parlamento si possono fare cambiamenti" alla legge elettorale, "ma nel Pd si fa quello che ha deciso la direzione. E in direzione, nemmeno uno, neanche Cuperlo, ha votato contro. Adesso ci tiriamo indietro noi? Non può chiedere le preferenze chi fino a un mese fa diceva che era contro", ha detto ancora Renzi.
"Le regole si scrivono con gli avversari" - Renzi dice poi che "la legge attuale è stata fatta da Berlusconi e dai suoi alleati a maggioranza, e il centrosinistra ha urlato in aula contro. Ora che siamo maggioranza noi, non possiamo fare gli stessi errori che abbiamo contestato. Le regole si scrivono insieme, non contro l'avversario politico. La legittimazione politica non la do io. Io mi scelgo gli amici, non gli avversari".
"Il nuovo presidente Pd? Non uno dei miei" - Tornando poi sulla vicenda Cuperlo, dice che sul nuovo presidente "deciderà l'assemblea del Pd. A me piacerebbe che non fosse uno dei miei, del mio giro ristretto". E continua: "Ho preso il 70% alle primarie, Cuperlo ha preso il 18%, ma il giorno dopo mi sono messo in ginocchio e gli ho detto: fai il presidente. Ora mi dicono che voglio fare troppe direzioni. E allora a sentire che c'è un problema di democrazia interna, mi scappa un po' da ridere". Mentre, "su Fassina in positivo dico che non condivide la mia posizione, ma quando si è trattato di fare le primarie per i parlamentari non è andato nel listino e ha preso 12mila preferenze. Almeno ci ha messo la faccia".
"Rimpasto? Faccia Letta" - Infine, il segretario del Pd assicura che la discussione sul rimpasto "è durata dai 17 ai 18 nanosecondi. Ad Enrico ho detto 'per me fai tu. Se vuoi chiedere una mano, te la diamo, ma non da me. Non avrai ma da me la richiesta di uno sgabello, di uno strapuntino. L'idea che si fa politica per trattare le poltrone non esiste".
E Alfano: "Siamo per un Letta-bis" - Sulla questione interviene anche il vicepremier Angelino Alfano, che dice: "Noi siamo per rilanciare l'azione di governo attraverso un nuovo governo Letta. Non ne facciamo un problema di sedie e di poltrone, né alcuno lo ha fatto a noi".