L'appartamento di servizio le era stato concesso dal Ministero della Difesa quando era ancora in carica. "E' stato riassegnato a mio marito, maggiore dell'Esercito", si difende lei. Ma anche il movimento l'attacca. Buffagni: "Lo liberi subito e ci tolga tutti dall'imbarazzo"
Il caso che imbarazza i grillini esplode come una bomba dalle colonne della prima pagina del Corriere della Sera. "Così Trenta si è tenuta la casa che aveva da ministra" - titola il quotidiano milanese, secondo cui la pentastellata avrebbe mantenuto l'alloggio assegnatole, in centro a Roma, dal Ministero della Difesa anche dopo la formazione del nuovo governo.
La difesa - "Da ministro ho chiesto l'alloggio di servizio perché più vicino alla sede lavorativa, nonché per opportune esigenze di sicurezza e riservatezza" - prova a spiegare lei, sommersa dalle critiche, scrivendo un post su Facebook. "Quando ho lasciato l'incarico, avrei avuto, secondo regolamento, tre mesi di tempo per poter lasciare l'appartamento", aggiunge. Il termine non è ancora scaduto visto che non sono trascorsi tre mesi dal giuramento del nuovo esecutivo. La data ultima è il prossimo 5 dicembre. "Succede però - precisa ancora l'ex ministro - che nel frattempo lo stesso appartamento sia stato riassegnato a mio marito che come è noto è ufficiale dell'Esercito Italiano con il grado di maggiore e svolge attualmente un incarico di prima fascia, incarico per il quale è prevista l'assegnazione di un alloggio del medesimo livello di quello che era stato a me assegnato". Come dire... "una casa per due", dall'ex ministro al militare, dalla moglie al marito.
La posizione dei 5 stelle - Una giustificazione che non trova molte sponde, né a destra, né a sinistra e nemmeno tra gli stessi pentastellati. Insomma, all'ex ministro Trenta sembra non credere proprio nessuno. Tanto che Le affermazioni di autorevoli esponenti del M5S aggravano la situazione. "Lo stesso sottosegretario Stefano Buffagni conferma i peggiori sospetti sull'intera vicenda" - dichiara il capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, Francesco Lollobrigida. "'La risposta della Trenta non è da M5S - aveva detto infatti il viceministro grillino - lasci l'alloggio e ci liberi dall' imbarazzo'. Non sembra pensarla diversamente Luigi Di Maio: "Sicuramente il marito avrà il diritto all'alloggio, ma sarebbe opportuno che Trenta lasci quella casa e poi il marito farà la richiesta per ottenere l'appartamento come tutti gli ufficiali dell'esercito, seguendo la normale graduatoria". Così Luigi Di Maio, capo politico M5S, a Salerno.
Le critiche - "Altro giro, altra corsa! E anche oggi gli italiani hanno avuto un nuovo chiaro esempio della doppia morale grillina - attacca Licia Ronzulli, vicepresidente FI in Senato - urlano 'onestà' ma pensano solo a occupare le poltrone e, a quanto pare, gli appartamenti di servizio". "Lasci subito quell'appartamento e torni a casa sua" - le fa eco Maurizio Gasparri, membro della commissione Difesa. L'ipocrisia del Movimento 5 stelle non ha limiti e pur di rimanere attaccati alle poltrone si insultano e scaricano le responsabilità a vicenda. Buffagni e il Movimento 5 Stelle - conclude Lollobrigida di Fratelli d'Italia - sapevano bene che la Trenta, già consigliere comunale del Ccd, aveva imparato a far politica nei partiti che loro dicono di combattere, ma dai quali mutuano le peggiori abitudini"