La nuova sentenza del Consiglio di Stato conferma lo stop delle deroghe alle concessioni balneari, la reazione dell'Unione Europea
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"Abbiamo sempre preferito gli accordi piuttosto che il deferimento al tribunale, stiamo discutendo e continuiamo a essere in contatto con le autorità italiane. Così la portavoce della Commissione europea, Johanna Bernsel, ha commentato la nuova sentenza del Consiglio di Stato che boccia la proroga delle concessioni balneari e conferma la scadenza fissata per il 31 dicembre dell'anno scorso.
Il Consiglio di Stato aveva già respinto con tre sentenze la tesi della mancanza del requisito della scarsità contenuto all'interno della mappatura delle spiagge, fornita dalle autorità competenti italiane.
Una decisione, quella del Consiglio, che, oltre a respingere il ricorso presentato dal proprietario di uno stabilimento di Rapallo, delegittima la proroga del governo italiano concessa fino al 31 dicembre 2024 e dà ragione, di fatto, all'Unione Europea. L'Italia si deve adeguare alla direttiva Bolkestein, secondo la quale "le concessioni balneari devono essere assegnate tramite gare pubbliche".
Una tesi sostenuta anche dalla Commissione europea: "Gli Stati membri - ha detto - hanno l'obbligo di garantire che le autorizzazioni in numero limitato a causa della scarsità delle risorse naturali disponibili siano concesse per una durata limitata e attraverso una procedura di selezione pubblica aperta basata su criteri oggettivi e non discriminatori", ha dichiarato la portavoce della Commissione europea.
La volontà italiana rimane, comunque, quella di trovare un punto d'incontro con l'Unione Europea, che tenga conto sia delle esigenze dei proprietari degli stabilimenti, sia della Bolkstein. Lo ha ribadito anche il ministro degli Esteri, Antonio Tajani: "Il governo sta dialogando con l'Ue. Bisogna far comprendere - ha detto - la specificità italiana alla Commissione europea".
Con l'estate alle porte e la mancanza di una legge di riordino che metta d'accordo tutte le parti coinvolte, il destino delle spiagge rimane incerto. Assobalneari, all'indomani della sentenza del Consiglio di Stato, aveva lanciato l'allarme: trecentomila lavoratori potrebbero rimanere a casa, previsti rincari del 50% e vari stabilimenti rischiano la chiusura.