"minaccia alla sicurezza delle persone"

La Russa: "La lista del nuovo Pci sui sostenitori di Israele è un attacco alla libertà"

Pubblicati sul sito del partito nomi e cognomi di noti politici, giornalisti e imprenditori ritenuti "agenti sionisti"

23 Ago 2024 - 18:38
 © Ansa

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Scoppia la polemica per la lista stilata dal nuovo Partito Comunista con i nomi di sostenitori di Israele. Per il presidente del Senato, Ignazio La Russa, "è molto grave che il nuovo Partito Comunista abbia pubblicato sul suo sito, nomi e cognomi di politici, giornalisti e imprenditori, 'colpevoli' di aver sostenuto Israele. Si tratta di un grave e inaccettabile attacco alla libertà di pensiero e una preoccupante minaccia alla sicurezza delle persone coinvolte". Immediata la condanna della Comunità ebraica Roma per le "liste di proscrizione".

"Nel rivolgere a tutti coloro che sono stati inclusi in questa vergognosa lista di proscrizione la mia sincera vicinanza, auspico ferma e unanime condanna", scrive sui canali social il presidente del Senato.

"Lotta contro agenti sionisti"

  Gli autori della lista ritengono che "la lotta contro organismi e agenti sionisti operanti in Italia è lotta sia per sostenere la resistenza del popolo palestinese sia per liberare il nostro paese dai gruppi imperialisti italiani e stranieri e in particolare dal protettorato Usa-Nato!".

La condanna della Comunità ebraica

  La Comunità ebraica di Roma esprime "la più ferma condanna della lista di proscrizione dei presunti 'agenti sionisti' apparsa su Internet, e solidarietà a quanti vi sono citati, in particolare ai numerosi iscritti alla Cer". "Mancava soltanto lo strumento della lista di proscrizione, e della gogna pubblica con nomi e cognomi, - aggiunge - per completare il repertorio sconfortante di un antisemitismo risorto e che sempre più alza la voce e il livello delle sue minacce. Additare gli obiettivi di un odio razzista, viscerale, mai sconfitto, è di per sé una forma di violenza e istigazione alla violenza, rispetto alla quale invitiamo il mondo politico e culturale a pronunciarsi in modo netto, chiaro e soprattutto corale, perché in gioco sono i valori stessi sui quali è fondata la nostra democrazia". 

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