TESTO APPROVATO

La tortura è reato, via libera della Camera al disegno di legge

Scattano pene più severe: previsto il carcere fino a 10 anni, che diventano 12 se a torturare è un pubblico ufficiale

05 Lug 2017 - 22:33
 © -afp

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La Camera ha dato l'ok definitivo al disegno di legge che introduce nell'ordinamento giuridico italiano il reato di tortura. Il testo è stato approvato a Montecitorio con 198 voti a favore, 35 contrari e 104 astenuti. I sì sono arrivati dai deputati Pd e Ap. Contro si sono espressi Fi, Cor (conservatori e riformisti), Fdi e Lega. Si sono astenuti M5s, Si, Mdp, Scelta civica e Civici e innovatori.

Insoddisfazione sia da destra, che ha votato contro accusando la nuova legge di "criminalizzare le forze dell'ordine", sia da Sinistra Italiana e da Mdp che hanno parlato di una legge "inefficace". Compiacimento invece da parte del governo: "L'Italia ha finalmente colmato una grave mancanza nel proprio ordinamento. E' un passaggio importante, per il quale il Parlamento lavora da quasi vent'anni e del quale non possiamo che essere soddisfatti", ha detto il ministro Anna Finocchiaro.

Cosa prevede la legge - Il nuovo reato punisce con la reclusione da 4 a 10 anni chiunque, con violenze o minacce gravi o con crudeltà, cagiona a una persona privata della libertà o affidata alla sua custodia, potestà o assistenza sofferenze fisiche acute o un trauma psichico verificabile. Il reato richiede però più atti di violenza o minaccia oppure deve comportare un trattamento inumano o degradante. Specifiche aggravanti, peraltro, scattano in caso di lesioni o morte. Non si ha invece tortura nel caso di sofferenze risultanti unicamente da legittime misure limitative di diritti.

Aggravante per un pubblico ufficiale - Se a torturare è un pubblico ufficiale o un incaricato di pubblico servizio, con abuso dei poteri o in violazione dei suoi doveri, la pena è aggravata da 5 a 12 anni. Il pubblico ufficiale (o l'incaricato di pubblico servizio) che istiga in modo concretamente idoneo a commettere il delitto di tortura rischia inoltre il carcere fino a 3 anni se l'istigazione non è accolta o comunque non c'è stata tortura.

Stop alle espulsioni - Nessuno può essere espulso, respinto o estradato verso Paesi dove vi sia il fondato rischio, tenendo anche conto della presenza di violazioni dei diritti umani gravi e sistematiche, che sia sottoposto a tortura. Al contempo, i cittadini stranieri imputati o condannati per tortura in altro Stato o da un tribunale internazionale non possono godere di immunità. Se richiesto, saranno estradati.

Infine qualsiasi dichiarazione o informazione estorta sotto tortura non è utilizzabile in un processo. Vale però come prova contro gli imputati di tortura.

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