MANIFESTAZIONE A LATINA

Caporalato, Landini: in Italia 3 milioni di lavoratori in nero, è ora di dire basta

A Latina la manifestazione organizzata dalla Cgil: "Tutti smettano di fare gli struzzi e di cancellare quelle leggi balorde che in questi anni hanno favorito questo sistema"

06 Lug 2024 - 11:42
 © ansa

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Le persone costrette a lavorare in nero in Italia "sono 3 milioni. Stiamo discutendo di tutti i settori e di tutto il Paese, non solo dell'agricoltura. E' ora di dire basta, è ora che i governi, le istituzioni ad ogni livello, tutti smettano di fare gli struzzi e di cancellare quelle leggi balorde che in questi anni hanno favorito questo sistema". Lo ha detto il segretario della Cgil, Maurizio Landini, dando il via alla manifestazione contro il caporalato a Latina

"Il numero degli ispettori è bassissimo. Possono controllare un'azienda ogni 16 anni", ha aggiunto, sottolineando che i numeri annunciati da Giorgia Meloni (1.600 ispettori in più) "sono tre anni che girano, non sono sufficienti perché in questi anni hanno continuato a tagliare".

"La presenza di tutta la Cgil qui oggi ha un obiettivo preciso: aprire una vera e propria vertenza permanente, in ogni luogo di territorio e di lavoro, per sconfiggere caporalato e sfruttamento. Su questi temi vogliamo risposte e produrre un cambiamento. È questo l'unico modo per ricordare Satnam e chiedere giustizia, affinché nessuno possa più morire di caporalato", ha ribadito.

"Siamo di fronte a un sistema di fare impresa che sfrutta e uccide le persone, e non riguarda solo l'agricoltura e solo Latina. Queste persone devono essere contrattualizzate e regolarmente pagate: questo significherebbe non solo migliori condizioni di vita per loro, ma anche milioni per il fisco. È venuto il momento di agire e di alzare la testa: non solo i lavoratori, ma anche tutti coloro che hanno responsabilità politiche".

"Uno dei problemi che abbiamo nel nostro Paese si chiama Bossi-Fini, è una legge assurda che va cancellata"m ha sottolineato Landini. "E' sotto gli occhi di tutti come si gestiscono i flussi: solo a una parte di quelli che vengono qui chiamati a lavorare viene dato il permesso di soggiorno. I dati parlano chiaro, solo al 20% viene dato il permesso di soggiorno. Vuol dire che la Bossi-Fini è una legge che crea clandestini", ha aggiunto.

"Le persone vengono chiamate a lavorare, non gli viene dato il permesso e sono condannate allo sfruttamento e alla clandestinità, a condizioni di vita demenziali nelle baracche, perché mancano le case, mancano i servizi. Bisognerebbe fare una cosa molto semplice: la persona sfruttata, se denuncia il suo sfruttamento, deve avere il diritto di avere subito il permesso di soggiorno e il contratto nazionale", ha concluso il leader della Cgil.

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