I sindacati non escludono lo sciopero se non verranno presto affrontate le emergenze disoccupazione e fisco
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La Cgil alza la voce e chiede al governo di Matteo Renzi di recepire le proposte avanzate in tema di lavoro e fisco. In alternativa, il sindacato si dice disposto alla mobilitazione, che potrà articolarsi in vari modi, non escluso quello dello sciopero. È quanto emerso a Roma durante il dibattito al direttivo di Corso d'Italia.
Non si tratta dell'unico affondo sferzato dai sindacati contro il nuovo Governo. Il leader della Fiom Maurizio Landini non usa mezzi termini: "La democrazia è a rischio nel nostro Paese se non si combatte la disoccupazione e la precarietà". Nella lettera indirizzata al premier Matteo Renzi dalla prima pagina del quotidiano "Repubblica", il sindacalista propone al presidente del Consiglio un patto per lo sviluppo.
"Secondo noi - spiega, - sono da evitare interventi a pioggia. Bisogna individuare delle priorità. Per esempio, ogni euro pubblico a favore delle imprese deve essere vincolato a quanti posti di lavoro si difendono e si creano. Vanno resi possibili forme di credito e di finanziamento agli investimenti a tassi agevolati per le piccole e medie imprese, incentivando la costituzione di reti d'impresa".
Secondo Landini "non serve a nulla una riduzione generalizzata e non selettiva del cuneo fiscale. Per una ripresa dei consumi la tassazione va ridotta a partire da una riduzione dell'Irpef sui redditi da lavoro più bassi e ripristinando una vera tassazione progressiva". Landini sollecita "forme di reddito minimo universale" e "cancellare l'articolo 8 della legge 148 del 2011, con cui si è permesso di derogare ai contratti nazionali".
Per quanto riguarda le risorse con cui realizzare tutto ciò, indica "misure straordinarie" come "la tassazione delle rendite finanziarie l'istituzione di una patrimoniale, privilegiare la riduzione del peso fiscale per chi investe in Italia e reinveste gli utili anziché distribuirli agli azionisti".
E sottolinea quindi l'urgenza di partire dal lavoro, dicendosi disponibile "a chiarire il senso e la realizzabilità" del patto "direttamente" con il premier e i ministri competenti annunciando per il 21 marzo a Roma "una grande assemblea di delegate e delegati metalmeccanici".