Il testo introduce il nuovo reato di "costrizione all'occultamento del volto" e prevede due anni di carcere e una multa fino a 30mila euro
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Stop alla possibilità di indossare indumenti "atti a celare il volto, come nel caso del burqa o del niqab" (il velo che copre anche il viso) e questo "non soltanto per motivi di ordine pubblico", ma anche per un principio, costituzionalmente sancito, di "rispetto della dignità della donna". È quanto chiede la Lega in una proposta di legge a prima firma di Igor Iezzi depositata alla Camera che prevede inoltre l'introduzione di un nuovo reato, quello di "Costrizione all'occultamento del volto" che può comportare fino a due anni di carcere e una multa fino a 30mila euro oltre che la preclusione dalla richiesta di cittadinanza.
La proposta di legge consiste in una stretta una stretta sulla legge del 1975 che vieta, per motivi di sicurezza pubblica, di nascondere il viso in luoghi pubblici. Il testo puntualizza, quindi, gli unici casi in cui il divieto non viene applicato: "nei luoghi di culto, nei casi di necessità per proteggere la salute propria o di terzi, in materia di sicurezza stradale e per i partecipanti alle gare in occasione delle manifestazioni di carattere sportivo che prevedono l'uso di caschi, nonché nei casi di attività artistiche o di intrattenimento". Non solo. Aggiunge un nuovo reato per punire chi costringe con violenza o minaccia qualcuno a indossare il velo che può essere punito con il carcere fino a due anni e una multa fino a 30mila euro.
La pena è aumentata della metà se il fatto è commesso a danno di un minore, di una donna o di persona disabile. Nel caso di minori, inoltre, il giudice può anche valutare la decadenza dalla responsabilità genitoriale e l'allontanamento dalla residenza familiare. Chi è condannato per questo tipo di reato non può ottenere la cittadinanza. La ratio della pdl, si specifica nella relazione al testo, "risponde non solo a esigenze di carattere securitario ma, soprattutto, di integrazione". Non la pensa così l'opposizione con Avs che va all'attacco. La proposta di legge, accusa Luana Zanella, capogruppo dell'Alleanza tra Sinistra italiana e Verdi alla Camera, "non ha nulla a che fare con le questioni delle libertà femminili, che richiederebbero ben altro approccio e visione: è la riproposizione di una fobia anti-islamica di cui non abbiamo bisogno".