Dopo l'espulsione dal Carroccio, il sindaco di Verona commenta: "Penserò al mio futuro. Questa è stata una brutta botta". Non esclusa una sua candidatura in Veneto, in contrapposizione all'attuale governatore
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"Ora penserò al mio futuro. Questa è una brutta botta, anche psicologicamente". A dirlo è il sindaco di Verona, Flavio Tosi, commentando l'allontanamento dal Carroccio. "Questa rottura che ha creato e voluto Salvini, rifiutando anche una proposta formale di mediazione, rischia di favorire il centrosinistra - continua Tosi -. Ma questo Salvini probabilmente l'ha messo in conto". "Credo che voglia il controllo dittatoriale della Lega", spiega.
Zaia: "Non temo la sua candidatura" - A questo punto l'ipotesi che Tosi si candidi in contrapposizione a Zaia si fa più concreta, ma al riguardo l'attuale governatore della Regione dice: "Una candidatura di Tosi? Sembra intenzionato a farlo e ognuno, nella sua vita, fa quel che vuole; ma io non la temo".
Lega, i retroscena: Tosi chiedeva la cancellazione della lista Zaia - ed emergono intanto nuovi particolari dai sostenitori veneti del segretario federale sui retroscena della giornata convulsa di martedì e sullo scontro Tosi-Salvini. I fedelissimi di Salvini sapevano che già intorno alle 20 il segretario avrebbe dato l'annuncio della cacciata di Tosi ma poi si è preferito attendere per vedere se l'intervista concessa del sindaco ribelle a Lilli Gruber su La7 contenesse aperture soddisfacenti a ricomporre la querelle.
Salvini, confidano fonti venete a lui vicine, aveva reagito con una risata ironica quando Tosi alle 12 di ieri aveva inviato una mail dettando le sue condizioni per la pace. Mail peraltro non indirizzata al segretario federale ma a uno dei "pontieri", pare Giancarlo Giorgetti. Un testo che Via Bellerio ha giudicato irricevibile poiché Tosi accettava di non presentare la sua lista a patto che facesse altrettanto il candidato governatore del Veneto Luca Zaia. In più il sindaco di Verona imponeva tra le condizioni la cancellazione del commissario Giampaolo Dozzo, nominato proprio da Salvini per gestire le elezioni regionali.