Scontro tra Area popolare e il Partito democratico: "E' da febbraio che ci chiedono di far cadere l'esecutivo"
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"Accettiamo la sfida della soglia al 5% sulla legge elettorale, ma ritengo conclusa la collaborazione con i dem". Lo ha detto il leader di Ap, Angelino Alfano, ribadendo che il suo partito presenterà emendamenti solo "per garantire le preferenze e la governabilità". Il ministro degli Esteri ha poi sottolineato il suo sostegno a Paolo Gentiloni. Gli alfaniani accusano infatti il Pd di voler far cadere l'esecutivo: "E' da febbraio che ce lo chiedono".
Pd replica ad Alfano: tutto falso - Il Pd respinge le accuse di Angelino Alfano e di Alternativa popolare dopo le accuse di Sergio Pizzolante, secondo cui il Partito democratico avrebbe chiesto di far cadere il governo a febbraio. "Pizzolante - ha aggiunto il ministro degli Esteri Angelino Alfano - è una persona seria, non solo non lo smentisco ma sottolineo che è da quando è nato il governo Gentiloni che sulle rassegne stampa si legge di una certa agitazione del Pd". "Non è vero - replica Matteo Ricci, membro della segreteria, all'arrivo al Nazareno - è stato accusato Gentiloni di essere troppo vicino a Renzi, poi lo si accusa di farlo cadere. Il Pd è legato a filo doppio col governo e ogni passo lo si prende insieme". Secca smentita anche da Lorenzo Guerini, coordinatore della segreteria. "Il Pd ha chiesto da febbraio di fare la legge elettorale, lo abbiamo chiesto più volte, anche attraverso gli atti parlamentari e le proposte di legge presentate, abbiamo sempre avuto indisponibilità, a partire da febbraio. Oggi ci sono le condizioni per farla, la facciamo con chi ci sta". "Il Pd - aggiunge Guerini - lavora responsabilimente a sostegno del governo, si è visto anche con il voto sulla manovra, altri hano deciso di votare contro la manovra, mi appello alla responsabilità di tutti".
Di Maio: Renzi è un personaggio pericoloso - "Uno scenario eversivo e inquietante. Questo emerge dalle parole degli esponenti alfaniani quest'oggi. E' insopportabile avere il Paese sotto ricatto di Alfano e di Renzi. Il fatto che l'ex premier avrebbe chiesto al partitino di Alfano di far cadere Gentiloni per avere in cambio una legge elettorale su misura è la dimostrazione che questo personaggio non sa cosa sia la democrazia. Renzi è un personaggio pericoloso". E' il commento di Luigi Di Maio, vicepresidente M5s della Camera.
Fico: ancora nessun accordo con il Pd - Per il M5s "l' accordo sulla legge elettorale non è affatto sancito". "In queste ore si lavora ancora in Commissione perché l' emendamento Fiano crea delle nuove problematiche", ha affermato il deputato di M5S e presidente della Commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai Roberto Fico, parlando con i giornalisti a Napoli. "Se i problemi saranno risolti, bene - ha aggiunto Fico - diversamente continueremo a riunire il gruppo parlamentare, che mercoledì ha lavorato fino a mezzanotte, per valutare il da farsi, ma non c'è niente di scontato".
Binetti: è la legge della giugla - "E' la legge della giungla, quella in cui il più forte divora il più debole. I più prepotenti si spartiscono la torta senza lasciare le briciole ai partiti che sono stati fedeli lungo tutto l'arco della legislatura. E' meschina convenienza politica". E' il j'accuse dell'onorevole Paola Binetti, deputato Udc, che sulla legge elettorale punta il dito sui dissensi tra Renzi e Alfano: "Oggi non c'è più bisogno di quei partiti che hanno reso possibile il governo di larghe intese, alla cui guida si sono alternati Letta-Renzi-Gentiloni". Secondo Binetti "con l'accordo sulla legge elettorale saranno 4 persone (che in Parlamento non ci stanno) a decidere tutto. I grandi assenti decidono per gli attuali presenti". "Il Pd pensa di poter vincere le elezioni ma soprattutto Renzi pensa di cambiare alleati, per cui insulta e offende quelli attuali. Nessuno può sottovalutare - aggiunge - l'incognita del Grande Centro che, a questo punto, è a un bivio che non consente alternative".
Legge elettorale, slitta l'arrivo del testo alla Camera - Intanto primo stop and go per la legge elettorale. La riforma approderà nell'aula della Camera martedì e non lunedì come ribadito fino a mercoledì nella conferenza dei capigruppo su richiesta di Pd, Fi, M5S e Lega. L'ufficio di presidenza della commissione Affari costituzionali si riunirà alla fine dei lavori dell'aula ad ufficializzare il rinvio di 24 ore, concesso dalla presidente Laura Boldrini ai partiti che non fanno parte dell'accordo raggiunto sul sistema Tedesco. Il giorno in più servirà ai commissari, viene spiegato, ad emendare il testo che ridisegna i collegi, depositato ieri dal relatore Emanuele Fiano. Il tema della definizione dei collegi impensierisce non poco i partiti e c'è maretta in Transatlantico tra i deputati.