Confermata la scomparsa delle pluricandidature: si potrà essere candidati contemporaneamente al massimno in un collegio e in una lista proporzionale
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Saltano i capilista bloccati nella legge elettorale: un accordo tra Pd, M5s, Fi e Lega ha portato a una modifica del testo, poi approvato in Commissione Affari costituzionali della Camera. In ciascuna circoscrizione saranno eletti prima i vincitori dei collegi, poi i nomi inseriti nel listino bloccato.
Confermata la scomparsa delle pluricandidature: si potrà essere candidati contemporaneamente al massimno in un collegio e in una lista proporzionale (Forza Italia ha tentato fino all'ultimo di riportare a tre le pluricandidature). Introdotto il rapporto obbligatorio 60/40% fra le candidature maschili e femminili che va ad aggiungersi all'alternanza di genere nelle liste proporzionali.
Nel nuovo accordo, inoltre, le circoscrizioni proporzionali ieri salite da 27 a 29 vengono ridotte a 28 (viene tolta quella in più al Veneto, viene confermata quella in più della Lombardia). E le liste dovranno avere un minimo di due e un massimo di sei candidature.
Resta invece lo schema di fondo del Germanichellum: soglia di sbarramento nazionale al 5%; rapporto 60%-40% fra seggi maggioritari in collegi uninominali; voto unico in scheda unica sia per Camera che Senato senza possibilità di voto disgiunto (l'elettore mettendo una sola croce sceglierà il candidato uninominale e la lista di candidati a lui collegata); numero di collegi alla Camera mutuati da quanto previsto dal Mattarellum per il Senato: 225 più quelli fissi di Trentino Alto Adige e Val d'Aosta. E 112 al Senato.