l'ex presidente della regione

Caso Liguria, Toti: "Il nemico della politica non è la magistratura, ma la politica stessa"

"Chi dice che potevo tenere duro, prima ha taciuto. Neppure la lezione ligure indigna a sufficienza la politica", ha detto ancora l'ex presidente della Regione

14 Set 2024 - 16:07
 © Ansa

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"Il vero nemico della politica non è la magistratura, ma la politica stessa che ha costruito la gabbia in cui si è rinchiusa. Io per provare a cambiare questa politica ho fatto quanto potevo e ho pagato di persona". Lo scrive l'ex presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, sulla sua pagina Facebook. "Se al mugugno sommesso, o peggio, al sorriso a mezza bocca di chi spera di prendere il posto dell'inquisito di turno non subentrerà il coraggio di cambiare allora - prosegue - avanti il prossimo, come dice una nota canzone, gli lascio il posto mio".

"Amarezza per non aver combattuto fino in fondo"

 "In giornate come queste torni a casa, ti guardi allo specchio e ti chiedi se hai fatto la cosa giusta. Credo proprio di sì, per tutti: per me stesso, la mia famiglia, la mia parte politica, Marco Bucci che ora può correre e vincere la sua sfida, per chi ha lavorato al mio fianco ed è candidato e porterà avanti con orgoglio questi nove anni di buon governo. Ogni accordo che si fa suscita due sentimenti contrastanti: l'amarezza di non aver combattuto fino in fondo per le proprie ragioni e la soddisfazione di vederne riconosciute comunque una gran parte", afferma Toti.

"Mai preso un euro da nessuno"

 "Oggi i magistrati hanno riconosciuto che non ho preso un euro da nessuno per me stesso e che tutte le pratiche di cui mi sono interessato erano legittime e legali. Dopo quasi quattro anni di intercettazioni, filmati, pedinamenti, controlli, dopo tre mesi di domiciliari che hanno portato a nuove elezioni, non esisteva quella sentina del male con cui la Regione Liguria è stata identificata da certa stampa per odio politico. Certo, ho accettato di fare 1500 ore di volontariato come condanna per quella che una legge dello Stato definisce 'corruzione impropria', ovvero atti legittimi, finanziamenti legittimi, ma rapporti considerati troppo amichevoli, diciamo così, con alcune imprese".

"Chi oggi sussurra che si poteva tenere duro e andare fino in fondo con venti anni di processi, fa spesso parte di coloro che non ho sentito esprimere mezzo giudizio su quanto accaduto questa estate - attacca -. Senza ricordare che grazie a quella politica che ha conquistato la fiducia delle imprese e contributi economici indispensabili per la vita pubblica, magari occupa la poltrona da cui ritiene di poter dare buoni consigli".

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