Giuseppe Conte con Liliana Segre visita il Memoriale della Shoah
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La senatrice a vita, a "Il Corriere della Sera", afferma di non aver mai immaginato di ritrovarsi alla sua età sotto scorta. Quanto a Salvini...
"Se a quasi 90 anni finisci bersagliata da insulti e sotto scorta, credo sia normale chiedersi 'ma chi me l'ha fatto fare'. Ma non mi arrendo facilmente". Intervistata da Il Corriere della Sera, parla così la senatrice a vita Liliana Segre, che racconta di trovarsi alla sua età a condurre un'esistenza che non avrebbe mai immaginato. Eppure si dice pronta, se dovesse arrivarle la proposta, a presiedere la Commissione parlamentare contro l'odio. E sul suo incontro con Salvini, spiega, "abbiamo scelto la riservatezza per evitare strumentalizzazioni politiche".
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Liliana Segre si confessa con una punta di amarezza. "Sono esausta. Troppa esposizione, troppo odio, troppe polemiche, troppa popolarità, troppo tutto. Alla mia età mi trovo a condurre un’esistenza che non avrei mai immaginato", afferma la senatrice a vita, sopravvissuta ad Auschwitz-Birkenau, dove fu deportata a 13 anni.
La Commissione contro l'odio diventa la commissione della discordia? - "Se me la propongono, sono pronta a dire di sì", risponde Liliana Segre alla domanda se sia disponibile a guidare la Commissione parlamentare da lei proposta. "Sono stata in dubbio - ha aggiunto - e certo il calendario degli anni non va indietro. Ma io credo in questa Commissione, dunque spero di reggere".
"La Commissione che ho proposto - ha aggiunto - non può giudicare né censurare nessuno e non può cambiare le leggi. Si tratta di studiare un fenomeno di un problema per cui tutti, anche gli esponenti dell'opposizione, quando parlano a telecamere spente, si dichiarano allarmati. L'odio in rete dilaga. La convinzione di agire in una zona franca e nell'anonimato, sta producendo un imbarbarimento, una sorta di bullismo su larga scala, che le leggi esistenti non riescono a contenere".
Cittadinanza onoraria sì, cittadinanza onoraria no - E sugli ultimi episodi che la vedono al centro di cittadinanze onorarie attribuite e negate da parte di alcuni Comuni italiani risponde: "Mi dicono che alcune iniziative hanno risvolti strumentali. Io non me ne curo, presumo la buona fede. Così fin qui le ho accolte onorata, preoccupandomi solo — per non apparire maleducata — di avvisare che, alla mia età, non posso andare a ricevere gli attestati. Però anche questo sta diventando un nuovo terreno di battaglia di cui farei a meno".
E sui casi specifici di Sesto San Giovanni e Biella, sottolinea: "Avere creato imbarazzo a quelle giunte mi dispiace. Il caso di Biella è stato però l’occasione di ricevere un fiore raro come il gesto di Ezio Greggio, che è molto più di una cittadinanza".