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La senatrice a vita invitata dall'Università Bocconi ha parlato della sua storia
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"Io non perdono e non dimentico, ma non odio. E la trasmissione del non odio e battersi contro l'odio è un ammaestramento utile per i ragazzi e per tutti, Perché l'atmosfera dovuta all'ignoranza e all'indifferenza, che è stata la regina del mondo di allora, c'è purtroppo anche oggi". Lo ha detto la senatrice a vita Liliana Segre, parlando all'Università Bocconi di Milano.
Liliana Segre, ripercorrendo la sua storia di deportata nel campo di concentramento, ha ricordato come si è trovata "senza parole" e "stupita" davanti al male che
vedeva intorno a lei, a "quell'odio organizzato che vedevo e che poi ho combattuto sempre". Tornata a Milano una volta uscita dal lager, di fronte alle persone vicino a lei che non volevano sentir parlare di quello che aveva vissuto, ha "iniziato prestissimo, già nei primi giorni dopo il mio ritorno, a tacere - racconta -. Mi ci sono voluti 45 anni per riuscire ad andare a parlare davanti agli studenti, senza mai nominare la parola odio e vendetta e fare il mio dovere di testimone".