Sanità, il decreto per ridurre le liste d'attesa
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Previsti anche un Cup unico, il monitoraggio affidato all'Agenas e un ispettorato generale di controllo. Confermate le misure di contrasto contro il fenomeno dei gettonisti
Via libera del Consiglio dei ministri al decreto legge e al disegno di legge per l'abbattimento delle liste di attesa. Tra le misure previste, ci sono anche un registro nazionale delle segnalazioni dei cittadini sui disservizi e l'aumento delle tariffe orarie del 20% per il personale che dovrà prestare servizi aggiuntivi, con una tassazione ridotta al 15%. Previsti anche un Cup unico, il monitoraggio affidato all'Agenas, un ispettorato generale di controllo fino all'introduzione di visite ed esami il sabato e la domenica. Il disegno di legge comprende 14 articoli e non prevede tagli alle prestazioni, ma classi di priorità che saranno indicate dal medico nella richiesta di visita o esami.
Le Regioni assegneranno ai direttori generali delle aziende sanitarie alcuni obiettivi annuali sulla riduzione delle liste d'attesa. Il mancato raggiungimento può determinare la sospensione dall'elenco nazionale dei direttori per un periodo di 12 mesi. Anche gli specializzandi verranno chiamati per abbattere le liste d'attesa. Si prevede un maggior coinvolgimento dei giovani medici con incarichi fino a 10 ore settimanali.
In caso di prima visita o esame diagnostico, il medico ha l'obbligo di attribuire la classe di priorità e di indicare il sospetto diagnostico. In questo modo è indicato il tempo entro cui la prestazione deve essere garantita. La definizione omogenea del quesito diagnostico avverrà con decreto del ministro della Salute previa intesa con la Conferenza delle Regioni e sentite le categorie degli operatori interessati.
Sempre al fine di ridurre le liste d'attesa, oltre alla possibilità di fare esami nei weekend, si prevede la possibilità di svolgere alcune prestazioni anche in farmacia (prelievo ed esami del sangue, tamponi) con personale adeguatamente formato e nei laboratori convenzionati.
Il ddl prevede che, per frenare il fenomeno dei gettonisti, le aziende possono assumere personale anche con contratti di lavoro autonomo. Inoltre le aziende possono avvalersi anche degli specialisti ambulatoriali interni per il recupero delle liste d'attesa: il provvedimento stanzia 100 milioni per aumentare a 100 euro la tariffa oraria per la prestazione dello specialista.
Tra le misure per far diminuire le liste d'attesa c'è l'aumento della tariffa oraria del 20% (soprattutto nei servizi che presentano maggiori necessità delle prestazioni aggiuntive e decontribuzione fiscale con tassazione separata ad aliquota fissa del 15% e che le Regioni possa destinare risorse aggiuntive per la contrattazione collettiva integrativa privilegiando le specialità mediche più carenti o con condizioni di lavoro più disagiate (indennità di disagio)
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