Tra le motivazione della decisione presa dal collegio dei probiviri c'è anche l'aver votato in difformità dal gruppo parlamentare sulla legge di Bilancio
Il collegio dei probiviri, composto da Raffaella Andreola, Jacopo Berti e Fabiana Dadone, ha disposto l'espulsione dal Movimento 5 Stelle di Gianluigi Paragone. "Sono stato espulso dal nulla del Movimento di palazzo. C'era una volta il 33%, ora...": è il commento a caldo del senatore a Tgcom24. Tra le altre cose, l'espulsione viene motivata anche con il voto espresso in difformità dal gruppo parlamentare sulla legge di Bilancio.
Paragone a Tgcom24: "Di Maio? Un accumulatore di poltrone" "Quando perdi due elettori su tre, capisci che ti espelle il nulla", ha ribadito Paragone a Tgcom24. "Ormai - ha aggiunto - il M5s si è accomodato nel palazzo, è un Movimento che si è messo le pantofole. Sto ricevendo tanti messaggi: c'è una grande rabbia di quegli attivisti che pensavano che il Movimento fosse anti-sistema". Poi ha promesso: "Racconterò alcuni retroscena di questa espulsione, perché ci sono particolari succosi". E su Di Maio: "E' l'uomo che ha accumulato più poltrone di qualsiasi altro".
Il voto contro le direttive Nel Codice etico M5s, tra gli obblighi per gli eletti del Movimento, c'è anche quello di votare sempre la fiducia al proprio governo. E proprio su questo punto il senatore Paragone è venuto meno, non votando la fiducia al governo sulla Manovra. Da qui la decisione di espellerlo. La memoria presentata da Paragone al collegio non è quindi stata ritenuta sufficiente.
Le critiche ai vertici Il senatore da tempo non risparmiava critiche ai vertici e agli ormai ex colleghi del Movimento. "Se passa l’accordo tra M5S e Pd - aveva detto tempo fa in un'intervista - torno a fare il giornalista".
Il post su Facebook con la scritta sulla carta intestata del Senato
L'avvertimento per i dissidenti Di certo l'espulsione di Paragone è un avvertimento a agli altri dissidenti, una parte dei quali potrebbe confluire nella formazione "Eco, guidata dall'ex M5s Lorenzo Fioramonti, per sei mesi ministro dell'Istruzione.
Paragone era stato uno dei pontieri per il governo gialloverde Paragone era stato uno dei pontieri per l'accordo tra Lega e M5s e, dopo la formazione dell'esecutivo giallorosso, non aveva lesinato critiche anche al premier Conte per la gestione dei dossier economici. Il senatore pochi giorni fa aveva anche chiesto l'intervento die probiviri del M5S per i parlamentari che non hanno rendicontato.
L'espulsione era nell'aria L'espulsione di Paragone era nell'aria, tanto che prima di Natale lo stesso parlamentare aveva anticipato: "Sarò giudicato dagli uomini grigi dei probiviri, devono avere il coraggio di cacciarmi perché vuole dire che il programma elettorale è una truffa".