"Evitare che gli incidenti vengano utilizzati per volgari strumentalizzazioni". Salvini: "Giù le mani dalle forze dell'ordine". Sangiuliano: "Io sempre d'accordo con Mattarella"
Le regole sulla gestione dell'ordine pubblico "non sono cambiate", e l'Italia continua a essere un "Paese maturo e democratico". Lo assicura il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, dopo le polemiche per l'uso dei manganelli contro gli studenti a Pisa e Firenze, che anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha bollato come "un fallimento". Piantedosi sottolinea di condividere le parole del Capo dello Stato, e garantisce che "anche questa volta non ci sottrarremo alle valutazioni" sull'accaduto. Ma chiede di "evitare che singoli incidenti, pur gravi, vengano mai utilizzati da qualcuno per volgari strumentalizzazioni e distorte rappresentazioni della realtà". Lunedì alle 12 il ministro incontra i sindacati al Viminale. E interviene anche Salvini: "Giù le mani dalle forze dell'ordine. Le parole di Mattarella si leggono, non si commentano".
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Il confronto sarà tra Piantedosi e i segretari delle sigle sindacali, che chiedono chiarimenti e spiegazioni sul caso. "Abbiamo chiesto al ministro di convocare un incontro - aveva spiegato il leader della Cgil Maurizio Landini - perché pensiamo che quello che è successo a Pisa e in altre città sia grave, non sia assolutamente accettabile e il diritto a manifestare debba essere garantito a tutti".
In un'intervista al Corriere della Sera, Piantedosi spiega di aver parlato con Mattarella: "Condivido le sue parole come le condividono tutti i poliziotti. Tutti noi auspichiamo sempre che le manifestazioni pubbliche si svolgano pacificamente e senza incidenti". Ma aggiunge che "fondamentale in tale senso è anche la collaborazione degli stessi manifestanti". E puntualizza che le ricostruzioni sull'aumento dell'uso della forza non sono veritiere: "Da più di un anno le manifestazioni pubbliche gestite dalle forze dell’ordine sono state oltre 13mila, e di queste solo una minima parte ha fatto registrare incidenti, peraltro con una prevalenza di feriti tra le forze dell’ordine rispetto ai manifestanti". E se è vero che "l'impegno è notevolmente accresciuto" dopo l'inizio della guerra israelo-palestinese, "dal 7 ottobre sono state più di mille le manifestazioni e soltanto nel 3% dei casi si sono registrati incidenti".
Parlando nello specifico delle manifestazioni di Pisa e Firenze, il ministro dell'Interno ammette che "vedere quelle immagini ha contrariato e amareggiato anche me. Quando si giunge al contatto fisico con ragazzi minorenni è in ogni caso doveroso svolgere ogni esame obiettivo su come siano andati i fatti". Ma garantisce che le forze dell'ordine italiano sono "attrezzate per svolgere il proprio compito in linea con le nostre caratteristiche di Paese maturo e democratico". E chiede di "tenerlo presente ed evitare che singoli incidenti, pur gravi, vengano mai utilizzati da qualcuno per volgari strumentalizzazioni e distorte rappresentazioni della realtà". Perché "le nostre forze dell’ordine sono tra le migliori al mondo anche proprio dal punto di vista della gestione democratica delle manifestazioni di libero dissenso". Il ministro quindi spiega di essere "doverosamente disponibile a discussioni che auspico serene e costruttive, e non pregiudizialmente orientate a screditare l’azione del governo o delle forze di polizia".
Sulle valutazioni dell'accaduto, chiarisce Piantedosi nell'intervista, "anche questa volta non ci sottrarremo. Ma non può non essere sottolineato che il compito delle forze di polizia in questi scenari complessi vada anche sostenuto con fiducia e senza pregiudizi: preavvisare le manifestazioni, rispettare le prescrizioni e gli accordi intercorsi con le autorità di pubblica sicurezza e, più in generale, rispettare la legge, sicuramente aiuta". E garantisce che "il governo non ha cambiato le regole della gestione dell’ordine pubblico" che prevedono contatto fisico tra forze dell'ordine e manifestanti solo in casi estremi. Anche perché "il governo non ha alcun interesse che si verifichino disordini, al contrario vuole assicurare la massima espressione delle libertà dei cittadini in forma ordinata e pacifica".
Sul caso è intervenuto anche il leader della Lega e ministro dei trasporti Matteo Salvini, secondo il quale è "giusto analizzare se si è fatto tutto quello che si doveva" o "se qualcuno ha ecceduto, sono donne e uomini non sono robot, ma è inaccettabile che" tutti coloro "che garantiscono sicurezza e democrazia" vengano "tirati in ballo nella contesa politica. Giù le mani dalle nostre forze dell'ordine".
E ancora, Salvini risponde "Le parole del presidente si leggono ma non si commentano" a chi gli chiede un commento sull'intervento del Capo dello Stato. Poi, incalzato, aggiunge: "Certo è sempre meglio che non ci siano scontri. Poliziotti e carabinieri sono quotidianamente vittime di violenza fisica e verbale. Anche in quella piazza. Se mio figlio andasse a urlare 'sbirro coglione' poi se la dovrebbe vedere con me". A suo avviso, "chi mette le mani addosso a un poliziotto o a un carabinieri è un delinquente".
"Io sono sempre d'accordo con le parole del presidente". Così il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha risposto alle domande dei cronisti sul richiamo del Capo dello Stato in merito all'utilizzo dei manganelli contro i manifestanti.