La misura varrebbe per 17 tra ministri, viceministri e sottosegretari. Ira delle opposizioni, ma Crosetto smorza: "Norma giusta, ma valga solo dal prossimo governo". Naspi estesa anche a chi si dimette
I 17 tra ministri, viceministri e sottosegretari del governo che non sono stati eletti in Parlamento potrebbero ottenere un aumento di stipendio. Lo "scatto" è previsto da un emendamento alla Manovra per equiparare l'assegno a quello dei ministri parlamentari: si tratta di un incremento di 7.193,11 euro al mese. E mentre l'opposizione protesta, il ministro della Difesa Guido Crosetto (che sarebbe tra quelli interessati dalla norma), pur ritenendo "giusto" il principio, chiede che la misura valga solo a partire dal prossimo governo.
L'emendamento riguarda i componenti "tecnici" del governo, cioè ministri, viceministri e sottosegretari non parlamentari. Attualmente sono 17: 8 ministri e 9 tra viceministri e sottosegretari. Tra i ministri, ci sono i responsabili dell'Interno Matteo Piantedosi, della Difesa Guido Crosetto, dell'Istruzione Giuseppe Valditara, del Lavoro Marina Calderone, della salute Orazio Schillaci, della Cultura Alessandro Giuli, per le Disabilità Alessandra Locatelli e dello Sport Andrea Abodi.
Secondo una simulazione del Sole 24 Ore, attualmente i ministri hanno un'indennità mensile da 10.435 euro lordi. A questi l'emendamento prevede che si aggiungano 3.503,11 euro di diaria, la stessa che spetta a deputati e senatori, e 3.690 euro di rimborsi per l'esercizio del mandato. A questi si aggiungono poi rimborsi per viaggi e spese telefoniche per 1.200 euro l'anno. Per la copertura sono previsti circa 1,3 milioni di euro lordi all'anno a partire dal 2025.
L'emendamento ha subito fatto insorgere le opposizioni. I parlamentari M5s della commissione Bilancio della Camera parlano di una "vergognosa norma per aumentare gli stipendi ai ministri non parlamentari" mentre governo e maggioranza "hanno detto no ai nostri emendamenti per aumentare le pensioni minime di 100 euro al mese, rispetto all'attuale miseria di 1,8 euro al mese; per introdurre il salario minimo; per ripristinare il Reddito di cittadinanza; per introdurre un'indennità integrativa a beneficio dei cassintegrati". E il segretario del Pd Elly Schlein attacca: "Mentre con una mano aumentano gli stipendi ai ministri, con l'altra bloccano il salario minimo. Che non si dica che questo Governo non sa scegliere le priorità…".
Il ministro della Difesa Guido Crosetto, che sarebbe uno di quelli interessati dall'aumento, dal canto suo dice che "i relatori della legge finanziaria hanno pensato che fosse giusto e ragionevole che i ministri, quelli che non sono parlamentari, dovessero avere lo stesso trattamento di deputati e senatori. Io penso che sia giusto". Ma è "altrettanto giusto e doveroso rassicurare tutti che nessuno, nè i ministri nè i relatori, ha alcun bisogno, interesse e desiderio di finire al centro di polemiche inutili, pretestuose e demagogiche" perché "il principio posto è serio". E ribadisce che è giusto che "chi rappresenta il popolo italiano riceva anche un trattamento economico che tutela del suo ruolo e della sua libertà, da ogni possibile influenza", ma "siccome non ci servono inutili polemiche pretestuose, per smorzarle basta prevedere che non valga per gli attuali membri del Governo non parlamentari ma solo per i ministri dei futuri governi".
Dal 1 gennaio 2025 la Naspi, o assegno di disoccupazione, verrà esteso anche a chi si dimette volontariamente dal posto di lavoro. Un emendamento alla Manovra depositato sabato dai relatori introduce una nuova casistica tra quelle di accesso alla Naspi, ovvero chi ha presentato dimissioni volontarie dal proprio posto di lavoro a tempo indeterminato. Deve però avere almeno 13 settimane di contribuzione.