FUORI UN TERZO DELLE PROPOSTE

Manovra, scure sugli emendamenti: salta la stretta sul cellulare alla guida

La commissione Bilancio della Camera ha tagliato circa un terzo delle 6mila proposte di modifica alla legge per ragioni di estraneità di materia o di copertura

12 Dic 2017 - 13:25
 © lapresse

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La scure dell'ammissibilità della commissione Bilancio della Camera si è abbattuta sui seimila emendamenti alla Manovra, tagliandone fuori circa un terzo per ragioni di estraneità di materia o di copertura. Tra le proposte "bocciate" figurano anche la stretta sull'utilizzo del cellulare alla guida e le misure per rendere obbligatori i seggiolini anti-abbandono in auto.

Del pacchetto di proposte di modifica che restano in piedi, i deputati ne esamineranno comunque solo una parte: si tratta dei cosiddetti "segnalati", vale a dire gli emendamenti considerati prioritari da ciascun gruppo parlamentare e che in tutto sono oltre 800.

Raccolta firme e indennità - Tra le proposte "segnalate", c'è l'emendamento del Pd che riduce di un quarto l'obbligo della raccolta delle firme in vista della presentazione delle liste elettorali per i partiti non presenti in Parlamento, come prevede il Rosatellum. Non solo: resta in vita anche l'emendamento approvato dalla commissione Lavoro di Montecitorio (contro il parere del governo e voluto in particolare dalla minoranza del Pd) sul raddoppio dell'indennità di licenziamento e quello, sostenuto invece dalla maggioranza dem, per far scendere la durata dei contratti a tempo da 36 a 24 mesi.

Cauto sulle chance di approvazione però il consigliere economico di Palazzo Chigi, Marco Leonardi: "Valuteremo, vediamo cosa succede in parlamento. Noi non decidiamo nulla". La prova del nove arriverà però presto: lavoro e enti locali saranno infatti fra i primi capitoli messi in votazione in commissione.

Inammissibile l'emendamento sullo ius soli - Ciò che è certo è che la Manovra non veicolerà la riforma della governance Inps né l'introduzione in Italia dello ius soli né le nuove regole sui vitalizi. Uno spiraglio resta però aperto per la riforma della governance del Coni: l'emendamento, che ricalcava il ddl già approvato dalla Camera, risulta infatti ritirato, ma qualora il Senato non riuscisse ad approvare il provvedimento almeno una parte delle misure potrebbe essere ripescata nella legge di Bilancio.

Alla Camera è comunque caccia aperta alle risorse, in gran parte prosciugate durante l'esame in Senato. Due le strade possibili per far cassa: una la web tax, anche attraverso l'ipotesi di un parziale anticipo, mentre l'altra riguarda il recupero dell'evasione dei carburanti. Secondo alcune stime, quest'ultimo potrebbe portare nelle casse dello Stato almeno duecento milioni di euro, utili a finanziare in parte le misure chieste da Regioni, Province e Comuni. Provvedimenti che, insieme al pacchetto Ape social e a modifiche alle nuove norme sull'equo compenso per i professionisti, dovrebbero costituire alcune delle modifiche chiave della seconda, e nei fatti ultima, lettura della Manovra.

"Non creare un mostro a tre teste" - L'intenzione, spiega comunque il presidente della commissione Bilancio della Camera e relatore al ddl, Francesco Boccia, è evitare a tutti di creare "un mostro a tre teste". In altre parole le modifiche da approvare nel corso della seconda lettura dovrebbero consistere in ritocchi e correzioni di capitoli già presenti al contrario di quanto accaduto al Senato, dove si è costruito una sorta di Manovra bis che ha affiancato quella partorita dal Consiglio dei ministri.

Attese dunque le misure sull'Ape social, sugli enti locali e quelle sulla web tax: in quest'ultimo caso l'obiettivo resta quello di anticiparne l'entrata in vigore al 2018, ampliarne il raggio d'azione all'e-commerce e al contempo abbassare l'aliquota dell'imposta dal 6 al 2% (o all'1%).

Possibile poi che si riveda la partita sull'equo compenso, che oltre i dubbi dell'Antitrust ha registrato perplessità anche tra le fazioni politiche, con Forza Italia che ha presentato un emendamento per superarne alcune "timidezze". Restando invece in tema di welfare, il Pd fa sapere di puntare a rafforzare gli aiuti agli assistenti familiari che assistono i disabili.

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