Il capo dello Stato nel suo intervento alla Farnesina non poteva non ricordare Luca Attanasio, ucciso mentre era in missione in Congo: "Ha messo la sua italianità a servizio della causa dell’umanità"
"Consentitemi in questa ultima occasione in cui posso rivolgermi alla vostra comunità, di esprimervi fervidi auguri per il Natale, per il Nuovo Anno e per il futuro", un saluto diverso, quest'anno, nella sessione inaugurale della XIV Conferenza degli Ambasciatori e delle Ambasciatrici d'Italia alla Farnesina. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si congeda così, allo scadere del suo settennato, tra applausi e standing ovation dei presenti.
"Vorrei iniziare esprimendo la mia riconoscenza per il supporto fornito in questi anni all'attività sviluppata dalla Presidenza della Repubblica, in Italia e all'estero. Nel volgere lo sguardo ai sette anni passati, non posso non rilevare come l'attività internazionale che li ha caratterizzati non sarebbe stata possibile senza l'efficiente supporto del ministero degli Esteri, nonché dell'intera rete diplomatico-consolare - ha detto Mattarella - Grazie al concorso delle vostre professionalità e della vostra dedizione la Repubblica continua nella opera di promozione dei propri obiettivi, nell'azione di testimonianza e affermazione dei propri valori iscritti nella Carta costituzionale, a cominciare dalla pace e dalla cooperazione internazionale, contribuendo alla costruzione di condizioni migliori nel mondo".
Tra i ringraziamenti, di certo, non poteva mancare l'ambasciatore Luca Attanasio, ucciso — insieme al carabiniere Vittorio Iacovacci e all’autista Mustapha Milambo — nella Repubblica Democratica del Congo. "Un esempio di chi aveva messo la propria italianità a servizio della causa dell’umanità", ha aggiunto il Capo dello Stato. Esempio citato anche dal ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, che ha annunciato la decisione di conferire ad Attanasio il titolo onorifico di Ambasciatore di grado.
L'Italia crede "nella centralità della persona e dei suoi diritti fondamentali - ha aggiunto il capo della Farnesina - "ne è un esempio l'azione costante che portiamo avanti al fine di ottenere verità e giustizia sulla barbara uccisione di Giulio Regeni. Ne è un altro esempio l'impegno discreto ma determinato che abbiamo messo in campo sul caso Zaki, ottenendo con la sua scarcerazione un primo risultato, a testimonianza dell'importanza della presenza del corpo diplomatico italiano a Il Cairo al massimo livello".
Ma la Conferenza degli Ambasciatori e delle Ambasciatrici è stata anche un'occasione per tornare a parlare dell’emergenza sanitaria. Il Covid — ha chiarito il Capo dello Stato — "ha messo in luce la vitalità e il valore aggiunto della costruzione europea, che ha saputo coordinare le risposte degli Stati membri, evitato una chiusura totale delle frontiere nazionali, unito le risorse europee e nazionali per finanziare la ricerca e l’acquisto di vaccini".
E un'occasione per ribadire "la mission" dell'Ue: "Deve difendere i valori liberaldemocratici e i diritti ma non si deve chiudere in un atteggiamento di “fortezza” perché , ha ammonito il capo dello Stato, "l’atteggiamento di ”fortezza Europa” che, con scarso rispetto dei diritti umani, alcuni manifestano, non corrisponde alle ambizioni di questa Unione europea".