Il presidente della Repubblica a Marsiglia contro le politiche economiche di Trump: "Un secolo fa il protezionismo favorì la Seconda guerra mondiale"
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Sergio Mattarella dritto come un treno nella sua lectio magistralis all’Università di Marsiglia. Non fa sconti a nessuno e pur senza mai nominarli direttamente, ha puntato il dito contro alcune delle figure più influenti del panorama internazionale attuale. Dall'invasione russa di Vladimir Putin in Ucraina ai dazi di Trump, fino alle ambizioni di Elon Musk, un "nuovo corsaro della modernità".
L'attacco al protezionismo - Nel suo intervento, ha lanciato un monito chiaro riguardo ai rischi del protezionismo e dell’indebolimento delle organizzazioni internazionali, con confronti diretti tra la storia del Novecento e le sfide attuali. "Oggi assistiamo a crisi economiche, protezionismo, sfiducia tra gli attori mondiali e forzatura delle regole liberamente concordate", ha dichiarato Mattarella, sottolineando come questi stessi elementi abbiano contribuito, nel secolo scorso, al fallimento della Società delle Nazioni. Un destino segnato, secondo il presidente, anche dalla mancata adesione degli Stati Uniti, nonostante il presidente Woodrow Wilson fosse stato uno dei promotori di quell’organismo internazionale.
La strigliata all'Europa - Ora per Mattarella è il momento di agire. "L'Europa intende essere oggetto nella disputa internazionale, area in cui altri esercitino la loro influenza, o, invece, divenire soggetto di politica internazionale, nell'affermazione dei valori della propria civiltà?", si chiede retoricamente Sergio Mattarella in un lunghissimo discorso. "Può accettare - incalza - di essere schiacciata tra oligarchie e autocrazie? Con, al massimo, la prospettiva di un "vassallaggio felice"? Dunque bisogna decidere: essere "protetti" oppure essere protagonisti". Il capo dello Stato non ha dubbi: per l'Europa è proprio arrivata l'ora di scegliere, l'ora di replicare, l'ora di ritrovarsi. Le sue preoccupazioni trovano fondamenta negli insegnamenti della storia, una storia che non è finita bene. Dopo aver usato le parole più chiare della sua presidenza sull'Ucraina - negli anni 30 "anziché la cooperazione, a prevalere fu il criterio della dominazione. Fu questo il progetto del Terzo Reich e l'aggressione russa all'Ucraina è di questa natura" - Mattarella spiega perché non conviene mai girare lo sguardo e praticare politiche di acquiescenza (se non di sottomissione) in cambio di piccoli benefici: "la strategia dell'appeasement non funzionò nel 1938. La fermezza avrebbe, con alta probabilità, evitato la guerra. Avendo a mente gli attuali conflitti, può funzionare oggi?" E aggiunge: "Un abbandono delle responsabilità condusse quei Paesi a sacrificare i principi di giustizia e legittimità, nel proposito di evitare il conflitto, in nome di una soluzione qualsiasi e di una stabilità che, inevitabilmente, sarebbero venute a mancare".
La frecciatina a Musk - Mattarella ha poi denunciato l’ascesa di "neo-feudatari del Terzo millennio - novelli corsari a cui attribuire patenti - che aspirano a vedersi affidare signorie nella dimensione pubblica, per gestire parti dei beni comuni rappresentati dal cyberspazio nonché dallo spazio extra-atmosferico, quasi usurpatori delle sovranità democratiche". Nuovi corsari, termine che la Treccani definisce sinonimo di pirati, che pensano alle organizzazioni internazionali come a sovrastrutture inutili che rallentano i loro profitti. Ecco perché serve uno scatto di reni, soprattutto all'Europa. Non serve la "rassegnazione", serve creare subito un'Unione più forte, più coesa, protagonista. Altrimenti saremo dei "vassalli", forse felici perché protetti dal grande signore, ma pur sempre "vassalli".