Il Mattarella bis sui media stranieri
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"Ha vinto il Paese, questa elezione viene dal basso", afferma il ministro. L'esito della trattativa per il Colle mette Conte al centro di un fuoco di fila incrociato dentro il Movimento
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Il M5s "deve aprire una riflessione politica interna" dopo la rielezione di Sergio Mattarella alla presidenza della Repubblica. Lo ha detto Luigi Di Maio, riferendosi all'esito della trattativa per il Quirinale e sollecitando un confronto con Giuseppe Conte. "Alcune leadership hanno fallito. Per fortuna questo stallo l'hanno risolto il Parlamento grazie anche al contributo di Mario Draghi", ha aggiunto il ministro degli Esteri.
"Grazie presidente, ripartiamo dal valore di Mattarella" - "Grazie presidente Mattarella. Ripartiamo dalla sua disponibilità, dal suo valore, dal suo instancabile lavoro", ha poi scritto Di Maio su Facebook. "Ora continuiamo a impegnarci tutti per il Paese, con serietà e senso di responsabilità. La nostra bussola è l'amore per l'Italia, per l'Italia che vuole stabilità e rilancio. Da oggi stesso riprendiamo la strada maestra, quella che porta alla piena ripartenza".
"Ha vinto il Paese, questa elezione viene dal basso" - "La politica sta cercando vincitori ma non ne vedo. L'unico che ha vinto è il Paese", ha proseguito il ministro. "E' un'elezione di valore perché viene dal basso. Dalle 16 preferenze di lunedì che crescevano sempre fino a oggi. Un risultato importante e ringrazio ancora il presidente Mattarella per il suo sacrificio".
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Di Maio e Conte - La "riflessione" evocata da Di Maio potrebbe produrre esiti imprevedibili, a cominciare dalla "segreteria" di Conte fino a lambire la sua stessa leadership. L'ex premier ne è consapevole e mette le mani avanti per non finire sulla "graticola". "Non ho mai fatto trattative sottobanco, né il gioco delle tre carte", si difende da chi lo accusa di aver tramato con Matteo Salvini alle spalle degli alleati della coalizione "progressista".
Le trattative per il Colle "non hanno portato ad alcun risultato". E' il rimprovero di quanti nel Movimento hanno cominciato, giorno dopo giorno, a fidarsi sempre meno del gioco condotto dal loro leader, iniziando ad ingrossare le fila dei sostenitori del Mattarella bis. Partito, quello "mattarelliano", che al contrario ha ricevuto l'imprimatur di Luigi Di Maio. Il primo che, una volta annusato lo sgretolarsi dell'ipotesi Mario Draghi, ha capito che la stabilità del governo inseguita dall'ex premier poteva raggiungersi solo giocando la carta del presidente uscente.
Un errore politico che si è poi sommato alla strategia messa in campo da Giuseppe Conte sulla trattativa per Elisabetta Belloni. Pericolo che ha spinto Di Maio a stoppare l'operazione, aprendo però una contesa che fino a quel momento viaggiava sottotraccia. "Arriverà il momento per i chiarimenti interni", aveva anticipato Conte a proposito dello scontro con il ministro degli Esteri che invita, come "ogni esponente" del Movimento, a "rispondere non al leader di turno ma alla comunità degli iscritti".
La situazione potrebbe avere riflessi anche sul governo. Nel giorno in cui anche la Lega chiede di rivedere i criteri di ingaggio, c'è chi immagina si arrivi anche ad avvicendamenti con personalità 5 Stelle che non facciano riferimento a chi "ha messo a rischio la stabilità arrivando quasi a provocare elezioni anticipate". E se Conte rifugge la parola "rimpasto" e chiede a Draghi un incontro per stringereun Patto, Di Maio chiede di lasciarli lavorare: "Spero che nessuno da domani si metta ad alimentare giochini o tensioni o divisioni".
Conte però vuole chiarire e convoca una conferenza stampa, sottolineando la fiducia che gli è stata confermata dal segretario del Pd e sulle accuse di "intelligenza col nemico". "Ero stato delegato dal Pd a trattare con Salvini. Poi io ho chiesto al segretario Letta di affiancarmi in quegli incontri". Ricorda anche che, fatta eccezione per la presidente donna, il M5s ha raggiunto tutti gli obiettivi che si era prefissato. L'ex premier prova inoltre a "intestarsi" l'elezione di Mattarella, che "è stato fatto crescere nella nostra comunità giorno per giorno", e afferma di aver condotto le trattative "con serenità, sapendo che c'era questa opzione sul tavolo".
Sullo sfondo si staglia anche la probabile irritazione di Beppe Grillo, indotto alla vigilia dell'ottavo scrutinio a esultare sui social per Elisabetta Belloni. Un tweet un po' azzardato che induce il senatore ex M5s Lele Dessì a commentare: "Tu sei impazzito, fatti curare!".