Il presidente della Repubblica e il ministro della Giustizia alla cerimonia di apertura della sede della Scuola Superiore della Magistratura a Napoli
"Nel quadro degli equilibri costituzionali i giudici sono soggetti soltanto alla legge". Lo afferma il presidente Sergio Mattarella parlando Scuola Superiore della Magistratura a Napoli. L'inquilino del Quirinale sottolinea che in uno Stato di diritto proprio la legge è "l'unico collegamento possibile" tra "il giudice, non elettivo né politicamente responsabile, e la sovranità popolare, di cui la legge, opera di parlamentari eletti dal popolo e politicamente responsabili, è l'espressione prima. In queste considerazioni si ritrova l'essenza dell'indipendenza della magistratura come patrimonio irrinunciabile dello Stato di diritto e della nostra democrazia costituzionale". Il ministro della Giustizia Carlo Nordio annuncia il "primo pacchetto di riforme".
Durante il suo discorso alla cerimonia di apertura della Scuola Superiore della Magistratura a Napoli, Mattarella dichiara: "È indispensabile che il processo, sia civile che penale, divenga strumento più agile e moderno per perseguire adeguatamente gli obiettivi per i quali è predisposto. Occorre che Governo e Parlamento, Magistratura e avvocatura, si impegnino per conseguire questo risultato".
"È bene aver presente che lo stesso rispetto che deve essere assicurato alla piena indipendenza della funzione giudiziaria deve essere sempre riconosciuto e assicurato anche alle altre funzioni dello Stato". Così il presidente della Repubblica prosegue intervenendo a Castel Capuano. "Le responsabilità individuali vanno giudicate con precisione e senza alcun condizionamento, avendo sempre cura di muoversi nell'ambito della competenza funzionale attribuita alla Magistratura, che consiste nella risoluzione delle controversie e nell'accertamento dei reati. Il processo - continua il capo dello Stato - non può essere utilizzato per finalità diverse, che ne stravolgerebbero il ruolo, mettendo gravemente a rischio la fondamentale separazione fra i poteri. È certamente vero che talvolta legittime rivendicazioni - spesso umanamente comprensibili - possono rimanere senza risposta ma questo non può voler dire che tutte le istanze - anche quelle senza riscontro nella legge - debbano poter trovare accoglienza nell'azione giudiziaria. La Costituzione definisce con puntualità l'ambito delle attribuzioni che sono affidate agli organi giudiziari, così come i compiti e le decisioni che appartengono, invece, ad altri organi, titolari di altri poteri. Questo riparto va rispettato. Risulta, allora, cruciale l'importanza del ruolo svolto dalla Corte di Cassazione per assicurare l'uniforme interpretazione della legge".
"Un primo pacchetto di provvedimenti - improntati a garantismo e pragmatismo - è pronto per essere sottoposto al Consiglio dei Ministri e poi al dibattito parlamentare". Lo annuncia Nordio, intervenendo anche lui a Napoli, alla cerimonia di apertura. La Scuola, auspica il Guardasigilli, "potrà diventare - ancora una volta - preziosa 'palestra' di conoscenza anche per le riforme che nelle prossime settimane presenteremo". "L'amministrazione della giustizia è proprio servire lo Stato e i suoi cittadini, per questo occorre renderla più efficiente e allo stesso tempo di qualità", aggiunge Nordio, ribadendo che la sfida è "consolidare l'essenziale fiducia dei cittadini nella giustizia e in chi la amministra, a cominciare da una magistratura autenticamente indipendente e autonoma, baluardo di ogni Stato democratico".
"Presunzione di innocenza e certezza della pena siano due facce inscindibili del garantismo - osserva poi il ministro della Giustizia -. In questa duplice, convergente direzione intendono muoversi le riforme in cantiere, continuando a lavorare per superare una visione carcero-centrica della pena". "La Costituzione - ricorda Nordio - parla di pena, non di carcere. E la pena talora può essere più efficace se espiata - per alcuni reati - attraverso misure e percorsi adatti ai profili, anche molto diversi, dei detenuti e favorirne il reinserimento nella società dei liberi". Per il Guardasigilli serve "una giustizia capace di rispondere tempestivamente alle legittime domande di chi ha subìto le conseguenze di un reato e allo stesso tempo in grado di tutelare i diritti - e la reputazione - di chi, anche sotto indagine, è presunto innocente, nel bilanciamento con altri diritti costituzionalmente garantiti come la libertà di stampa".