I magistrati, afferma il Capo dello Stato, sono legittimati "dalla Costituzione" e non da "orientamenti elettorali". Salvini replica: "Ho chiuso i porti nel rispetto della legge. Processatemi, io vado avanti"
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La legge e le regole "valgono per tutti, senza aree di privilegio per nessuno. Neppure se investito di pubbliche funzioni. Neppure per gli esponenti politici". A dirlo, in quello che sembra un chiaro riferimento al ministro dell'Interno, Matteo Salvini, è il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il quale sottolinea che i magistrati sono legittimati "dalla Costituzione" e non da "orientamenti elettorali".
Parlando alla commemorazione di Oscar Luigi Scalfaro alla Camera, Mattarella ha sottolineato che "nessun cittadino è al di sopra della legge. La Repubblica e la sua democrazia sono presidiate da regole, il rispetto di queste è indispensabile, sempre, quale che sia l'intenzione di chi si propone di violarle"
Citando Oscar Luigi Scalfaro, il Capo dello Stato ha affermato: "Non potrà mai esservi giustizia di destra, di centro o di sinistra. Guai a porre a fianco del sostantivo giustizia un qualunque aggettivo. Alla base della democrazia due colonne stanno, entrambe salde: la libertà e la giustizia".
"Nel nostro ordinamento - ha aggiunto - non esistono giudici elettivi. I nostri magistrati traggono legittimazione e autorevolezza dal ruolo che loro affida la Costituzione. Non sono quindi chiamati a seguire gli orientamenti elettorali, ma devono applicare la legge e le sue regole".
"La magistratura non può e non deve fermarsi mai nella sua opera di giustizia nei confronti di chicchessia. Ma non si deve neppure dare l'impressione che in questa opera vi possa essere la contaminazione di una ragione politica", ha concluso Mattarella.
Immediata la replica di Salvini. "Il presidente Mattarella ha ricordato che nessuno è al di sopra della legge, ha ragione. Per questo io, rispettando la legge, la Costituzione e l'impegno preso con gli italiani ho chiuso e chiuderò i porti a scafisti e trafficanti di esseri umani. Indagatemi e processatemi, io vado avanti", ha detto il ministro dell'Interno.