La figlia di Aldo Moro: scandaloso che mio padre non venga considerato anche lui vittima del terrorismo
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"Ricordare tutti coloro che sono stati uccisi dai terrorismi vecchi e nuovi è un dovere morale". Così Sergio Mattarella in un messaggio inviato per il Giorno della memoria dedicato alle vittime del terrorismo, che corrisponde all'anniversario dell'uccisione di Aldo Moro, avvenuta il 9 maggio 1978. "L'azione delle istituzioni deve proseguire nella ricerca di quelle verità che ancora non abbiamo raggiunto", ha quindi sottolineato il Capo dello Stato.
In questa giornata, fa ancora più rumore la protesta della figlia di Aldo Moro, Maria Fida. "Basta. Non parteciperemo più a nessuna celebrazione per questo ennesimo e terribile 9 maggio. Non ne posso più dell`indifferenza e della bruttezza della politica", dice in una intervista al Corriere della Sera. "Voglio costringere lo Stato - spiega - a fare la sua parte. Perché noi, io e mio figlio Luca, continuiamo ad essere tagliati fuori dal riconoscimento della legge per le vittime del terrorismo. Che è applicata a tutti, tranne che ad Aldo Moro".
"Per questo - prosegue la figlia dello statista ucciso dalle Brigate Rosse - ho anche chiesto che la giornata cambi data: mi offende e mi ferisce che papà sia l'emblema delle vittime ma per lui la legge non valga". Parla di riconoscimenti economici? "Io mi sto battendo per il principio, non per un fatto economico. Io vorrei che si tornasse a ricordare l'Aldo Moro vivo e quello per cui ha vissuto. E invece no: ci sono terroristi che anche oggi hanno spazio sui media, voce, rispetto. E una vita. A lui si riconosce soltanto il diritto di fare la parte del cadavere in un bagagliaio".
"Per vedere mio padre riconosciuto come un vittima del terrorismo - conclude - sarò costretta a rivolgermi alla Corte europea dei diritti umani di Strasburgo. È una cosa che mi farà vergognare ancora di più di essere italiana".