alla cerimonia del ventaglio

Mattarella:"Discussioni sul referendum surreali come caccia Pokemon"

"L'iter per la fissazione in calendario può essere avviato soltanto dopo che la Corte di Cassazione avrà comunicato quali sono le richieste ammesse"

27 Lug 2016 - 13:15

"In queste settimane a proposito della data del referendum e del cosiddetto “spacchettamento”, mi è parso di assistere a discussioni un po' surreali, quasi sulla scia della caccia ai Pokemon". Lo ha affermato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel corso della cerimonia del Ventaglio. "Si è detto", ha proseguito Mattarella, "che vi sarebbe stato uno spostamento della data di celebrazione del Referendum e qualcuno ha anche invitato perentoriamente a comunicarla. La data non è stabilita per il semplice fatto che non è ancora possibile farlo”.

Diatriba sulla data - Il Presidente ha specificato inoltre che la procedura è “regolata dalla legge e l'iter per la fissazione di tale data può essere avviato soltanto dopo che la Corte di Cassazione avrà comunicato quali sono le richieste ammesse a referendum”. La Cassazione, che ha il compito di valutare la loro regolarità, secondo la legge, ha tempo fino al 15 agosto per comunicarlo. Fino a quando non vi sarà questa comunicazione la procedura per fissare la data non può partire. 

Lo "spacchettamento" - In merito alla discussione tra le forze politiche su uno "spacchettamento" della domanda referendaria, il Presidente della Repubblica ha specificato: ”Va forse chiarito che, a quel riguardo, i partiti non avrebbero avuto alcun potere né possibilità di discuterne, così come non ne avrebbe avuto il Capo dello Stato". "Infatti", ha concluso Mattarella, "a fronte di una richiesta, laddove vi fosse stata, soltanto la Corte di Cassazione avrebbe potuto decidere sulla formulazione dei quesiti, e rigorosamente in base a valutazioni giuridiche, non a considerazioni politiche".

Monito ai politici - "Il clima di incertezza si riflette anche nel linguaggio della politica, dei media e dei social. Un linguaggio talvolta caratterizzato da toni aspri". Queste le parole che Mattarella ha voluto rivolgere soprattutto al mondo della politica, un vero e proprio amminimento. "Dovremmo stare molto attenti, tutti, a partire da chi ha responsabilità politiche, a evitare espressioni violente, oltraggiose, aggressive. Non è accettabile insultare ripetutamente un avversario politico, farne bersaglio di una vera e propria campagna di denigrazione o di livore. Contrastare anche le forme di violenza presenti nel linguaggio costituisce, a pieno titolo, una esigenza di sicurezza".

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