Genova, il premier attacca i dissidenti del Pd. Nuove scintille con Massimo D'Alema che aveva criticato la sua gestione del partito e la nuova legge elettorale
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Matteo Renzi affronta a testa bassa la minoranza del Pd, ossia, a suo dire quella parte della sinistra "masochista" che vuole "perdere da sola" piuttosto che "vincere insieme". Il premier e segretario del Partito democratico è tornato all'attacco dei cosiddetti frondisti da Genova. Per Renzi ci sono dunque due sinistre: una, la sua, che vuole il cambiamento, e l'altra che "vuole perdere e far perdere".
Nel suo intervento al Porto Antico per sostenere la candidata del centrosinistra Raffaella Paita il premier ha attaccato il candidato del Pd e sindaco di un paesino del Levante Ligure, Luca Pastorino, vicino a Luca Civati, che ha lasciato il partito ed il gruppo per scendere in campo contro la candidata del centrosinistra "non c'è spot migliore della sinistra masochista che vuole perdere per i prossimi 20 anni", ha detto Renzi tra gli applausi dei partecipanti all'iniziativa elettorale durante la quale il premier, nella sua veste di segretario del partito, ha anche risposto a Massimo D'Alema che aveva criticato la sua gestione e la nuova legge elettorale (una riforma di destra, ha tra l'altro detto sottolineando tra l'altro il calo degli iscritti al partito).
"Oggi vedo che c'è qualcuno che dice che perdiamo iscritti: sono i nostalgici del 25%, quelli che stavano bene quando si perdeva, quelli che hanno avuto la loro occasione e l'hanno persa, ma non ci faranno passare la voglia di cambiare l'Italia", ha sottolineato Renzi secondo il quale il modello di sinistra estremista è fallimentare in Liguria come nel resto d'Europa.
Un altro affondo il presidente del Consiglio lo ha fatto contro la minoranza Dem proprio parlando dell'Italicum, una legge che consentirà la governabilità - ha spiegato - come accade in Gran Bretagna, e che è stata approvata con la fiducia alla Camera, quindi - ha poi rimarcato - con l'atto più democratico che ci sia e che dimostra quanto quanto conti la forza delle idee rispetto all'attaccamento alle poltrone.
Il premier ha fatto riferimento all'esito delle elezioni britanniche ricordando di essersi congratulato con il premier conservatore riconfermato, Cameron, e sottolineando che a scendere in campo è stata la parte più estremista dei laburisti. "Quando la sinistra sceglie di non giocare il profilo riformista ma la carta estremista può vincere i congressi, ma perde le elezioni", ha sottolineato il presidente del Consiglio che in tutto il suo intervento ha puntato sul fatto che il suo modello di sinistra è quello che dopo anni cerca di portare a compimento le riforme sfidando anche le accuse di "deriva autoritaria", a proposito dell'Italicum.
Dal palco del teatro dei Magazzini del Cotone di Genova Renzi ha anche più volte insistito sulla necessità che la casa del Pd è tale perché ci sono regole che vanno rispettate, sia dai vincitori che dai perdenti. "Il Pd casa mia quando vinco o perdo. Chi scappa quando perde non è degno di stare dentro una comunità", ha affermato Renzi secondo il quale le primarie, che in Liguria sono state vinte dalla Paita e per reazione il suo antagonista Sergio Cofferati ha lasciato il partito "si vincono e si perdono". "Il rispetto delle regole della democrazia significa rispettare se stessi", ha sottolineato.