Il premier, alla conferenza stampa di fine anno, fa riferimento al monologo dell'attore americano nel film sul football del 1999
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"Mi sento come Al Pacino in Ogni maledetta domenica che cerca di dire ai suoi che ce la possiamo fare". Lo ha affermato il premier Matteo Renzi alla conferenza stampa di fine anno. "Ogni punto e' importante ma la squadra è forte", sottolinea il presidente del Consiglio, che fa riferimento al noto film statunitense del 1999 diretto da Oliver Stone. Nella pellicola Al Pacino interpreta il ruolo di un allenatore di football americano che motiva la sua squadra portandola alle finali del campionato.
Il film racconta la storia degli Sharks, una squadra di football in crisi di risultati dopo la morte dell'anziano proprietario. L'allenatore e' Tony D'Amato, un coach vecchio stile, interpretato da un incredibile Al Pacino. Il monologo dell'attore, citato da Renzi, è una delle pagine più amate del cinema: Al Pacino fa un discorso alla squadra prima della partita decisiva dei play off, incitando i giocatori a comportarsi come un collettivo e a combattere per ogni centimetro di campo.
Ecco l'indimenticabile testo del coach Pacino. "Non so cosa dirvi davvero. Tre minuti alla nostra più difficile sfida professionale. Tutto si decide oggi. Ora noi o risorgiamo come squadra o cederemo un centimetro alla volta, uno schema dopo l'altro, fino alla disfatta. Siamo all'inferno adesso signori miei. Credetemi. E possiamo rimanerci, farci prendere a schiaffi, oppure aprirci la strada lottando verso la luce. Possiamo scalare le pareti dell'inferno un centimetro alla volta. Io pero' non posso farlo per voi. Sono troppo vecchio. Mi guardo intorno, vedo i vostri giovani volti e penso 'certo che ho commesso tutti gli errori che un uomo di mezza eta' possa fare'. Si perché io ho sperperato tutti i miei soldi, che ci crediate o no. Ho cacciato via tutti quelli che mi volevano bene e da qualche anno mi dà anche fastidio la faccia che vedo nello specchio. Sapete con il tempo, con l'età, tante cose ci vengono tolte, ma questo fa parte della vita. Però tu lo impari solo quando quelle cose le cominci a perdere e scopri che la vita è un gioco di centimetri, e cosi' è il football. Perché in entrambi questi giochi, la vita e il football, il margine di errore e' ridottissimo. Capitelo. Mezzo passo fatto un po' in anticipo o in ritardo e voi non ce la fate, mezzo secondo troppo veloci o troppo lenti e mancate la presa. Ma i centimetri che ci servono, sono dappertutto, sono intorno a noi, ce ne sono in ogni break della partita, ad ogni minuto, ad ogni secondo. In questa squadra si combatte per un centimetro, in questa squadra massacriamo di fatica noi stessi e tutti quelli intorno a noi per un centimetro, ci difendiamo con le unghie e con i denti per un centimetro, perché sappiamo che quando andremo a sommare tutti quei centimetri il totale allora farà la differenza tra la vittoria e la sconfitta, la differenza fra vivere e morire. E voglio dirvi una cosa: in ogni scontro è colui il quale è disposto a morire che guadagnerà un centimetro, e io so che se potrò avere una esistenza appagante sarà perché sono disposto ancora a battermi e a morire per quel centimetro. La nostra vita è tutta lì, in questo consiste. In quei dieci centimetri davanti alla faccia, ma io non posso obbligarvi a lottare. Dovete guardare il compagno che avete accanto, guardarlo negli occhi, io scommetto che ci vedrete un uomo determinato a guadagnare terreno con voi, che ci vedrete un uomo che si sacrificherà volentieri per questa squadra, consapevole del fatto che quando sarà il momento voi farete lo stesso per lui. Questo è essere una squadra signori miei. Perciò o noi risorgiamo adesso come collettivo, o saremo annientati individualmente. E' il football ragazzi, è tutto qui. Allora, che cosa volete fare?".