A un anno dal suo insediamento a Palazzo Chigi, il premier traccia il primo bilancio: "Governo coeso, lavoriamo per il bene del Paese"
Giorgia Meloni traccia un bilancio del primo anno di governo a 12 mesi di distanza dal suo insediamento a Palazzo Chigi. "È difficile scegliere tra le tante cose che l'esecutivo ha realizzato per fare ripartire l'Italia - ha affermato in un'intervista a Il Giornale -Le rivendico tutte, ma sono particolarmente orgogliosa degli interventi decisi con la nostra prima legge di bilancio a favore di famiglie e imprese".
Il premier ha quindi aggiunto: "Siamo al primo di cinque anni di governo, con tante cose fatte, con una direzione tracciata ma con la consapevolezza che ancora tante ne abbiamo da fare per continuare a liberare le energie migliori dell'Italia".
© Withub
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"Sulla giustizia e i rapporti con la magistratura voglio essere altrettanto chiara: sono una donna di destra, cresciuta con l'idea della separazione tra i poteri e con un profondo rispetto per i servitori dello Stato. Da parte mia non c’è e non ci sarà nessun conflitto con la magistratura, ma ciò non mi impedisce di pensare che si possa rendere la giustizia più veloce, efficiente e imparziale"
Riguardo alla coalizione di governo, il premier si ritiene soddisfatta: "Capisco la sinistra che non concepisce che ci sia un governo che riesca a essere coeso anche se discute, ma è così. Noi, a differenza loro, ci siamo presentati uniti in un programma e con quello governiamo per il bene dell'Italia, che è il nostro faro. Siamo una squadra unita e coesa, e lo dimostriamo continuamente. Come è successo anche nell'ultimo Consiglio dei ministri, nel corso del quale abbiamo varato una manovra economica complessa in circa un'ora. Si può sempre fare di più e meglio, ma sono molto soddisfatta dal lavoro di tutta la squadra di governo".
Meloni dichiara inoltre che il governo ha inciso particolarmente sulla questione migratoria che, a suo avviso, viene ora affrontata sui tavoli europei con un approccio differente. "Sull'immigrazione, in questi mesi, siamo riusciti a cambiare le parole d'ordine in Europa. E se fino all'anno scorso si parlava solo di movimenti secondari, quelli all'interno dell'Unione europea, oggi sentiamo parlare di come 'difendere i confini esterni' oppure 'decidiamo noi chi entra in Europa, non i trafficanti di esseri umani. Queste ultime non sono parole mie, ma della presidente della Commissione europea Von der Leyen. "Se oggi si parla anche della necessità di missioni navali, come noi diciamo da sempre - sottolinea il premier - è merito dell'Italia, che chiede una missione europea in accordo con le autorità del Nord Africa per fermare la partenza dei barconi, verificare in Africa chi ha diritto o meno all'asilo e accogliere in Europa solo chi ne ha veramente diritto. In più stiamo portando avanti l`idea del Piano Mattei, che è un cambio radicale nel rapporto con l'Africa che passa da paternalistico a paritario"