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Il premier, dal Vinitaly di Verona, ha ricordato che negli istituti tecnici "c'è una capacità di sbocco professionale molto più alta di altri percorsi"
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Il governo al lavoro su un "liceo del Made in Italy". Lo ha detto Giorgia Meloni parlando al Vinitaly a Verona, e rivolgendosi a un gruppo di studenti di un istituto agrario, ha sottolineato che "per me questo è il liceo, perché non c'è niente di più profondamente legato alla nostra cultura". "Faccio i complimenti a questi ragazzi, siete stati molto lungimiranti", ha quindi aggiunto, ricordando che quando si dice che con la scelta "del liceo avresti avuto uno sbocco mentre opportunità minori con un istituto tecnico dimentichiamo che in questi istituti c'è una capacità di sbocco professionale molto più alta di altri percorsi. Per come la vedo io, questo è il liceo".
Sulla partecipazione dei ministri alle celebrazioni del 25 aprile, il premier ha commentato: "Non credo di doverglielo chiedere io". "Queste - ha aggiunto rivolgendosi ai cronisti presenti - sono tutte sono valutazioni un po' curiose, che fate voi".
Il presidente del Consiglio ha poi ribadito che "non c'è niente di più profondamente legato alla nostra cultura di quello che questi ragazzi sono in grado di studiare, tramandare e portare avanti. È la ragione per la quale ragioniamo del liceo del made in Italy, cioè di fare anche su questi percorsi un'operazione che spieghi il legame profondo che esiste tra la nostra cultura e la nostra identità che è la cosa più preziosa che abbiamo".
Presente al Vinitaly anche il ministro Daniele Santanché. "In Italia in questi anni è stato un po' distrutto quello che era 'l'istituto tecnico, che invece è molto importante, anche per il turismo, perché abbiamo avuto una sinistra che ha invogliato i giovani a fare i licei. Questo governo vuole invece mettere al centro le scuole tecniche", ha detto il ministro intervenendo sul tema della mancanza di manodopera in settori come il turismo e l'agricoltura. "La visione del governo - ha aggiunto - non è quella di dare una paghetta di Stato ai giovani, ma di dare loro lavoro, perché il lavoro è dignità".