Fotogallery - Giorgia Meloni incontra premier Sunik a Downing Street
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Il premier, commentando i dati Istat sul Pil, rassicura: "Le nostre imprese sanno fare la differenza rendendo il Paese forte e competitivo"
Giorgia Meloni commenta i dati Istat sul Pil dell'Italia che, stando alle stime, nel 2023 segnerà un +0,8%. "L'economia italiana cresce oltre le stime previste e sprona il nostro governo a far ancora di più per sostenere chi produce ricchezza nella nostra Nazione", scrive il premier sui social. "Mercati preoccupati? C'è una ripresa dell'ottimismo, non si può sempre fare il Tafazzi di turno (il celebre personaggio di Aldo, Giovanni e Giacomo che si prendeva a bottigliate sulle parti basse, ndr) anche quando le cose vanno bene perché non ci aiutiamo", ribadisce poi il premier in un punto stampa all'ambasciata italiana.
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La Meloni quindi aggiunge: "Questa preoccupazione non la leggo, che quel che vedete è uno spread sotto la media dello scorso anno, la borsa sale, abbiamo una previsione di crescita del Pil più alta di Francia e Germania e di quel che era stato previsto. Ai mercati interessano i fatti. E i fatti dicono che l'economia italiana sta andando molto bene e che i provvedimenti presi da questo governo sono efficaci".
"I dati Istat sono la dimostrazione - prosegue -: le nostre imprese, quando messe nella condizione di sprigionare tutto il loro potenziale, sanno fare la differenza rendendo l'Italia forte e competitiva e favorendo il benessere di tutti gli italiani".
Intanto, Bankitalia fa il punto della situazione italiana nel suo rapporto sulla stabilità finanziaria e precisa che l'inflazione sta colpendo il reddito disponibile e il risparmio delle famiglie italiane che tuttavia, rispetto anche ad altri Paesi europei, risentono in maniera contenuta del rialzo dei tassi di interesse sul debito per i mutui. L'istituto rileva una flessione del reddito disponibile reale, in parte mitigata dalle misure poste in atto dal governo, un calo della ricchezza finanziaria del 5,6% nel secondo semestre e un -5,3% della propensione al risparmio nell'ultimo timestre. Per fortuna i mutui variabili sono solo il 37% del totale e il 30% dei nuovi mutui ha un tetto.
Le banche italiane si trovano "in condizioni complessivamente buone" e saranno in grado di generare nel 2023 una redditività simile a quella del 2022 malgrado una crescita dei crediti deteriorati. La Banca d'Italia illustra un quadro, a livello generale, senza scossoni per il comparto. Via Nazionale non abbassa comunque la guardia sulla stabilità della raccolta (la causa dirompente delle crisi Credti Suisse e Svb). Gli istituti italiani però hanno un'ampia base depositi di cui oltre la metà sotto i 100mila euro protetti dalla garanzia statale e meno soggetti a flussi in uscita.