Botta e risposta tra il premier e la leader dem
Giorgia Meloni è intervenuta a proposito delle parole della segretaria del Pd, Elly Schlein, che ha dichiarato "dopo un anno e mezzo al governo, il premier sta cancellando la libertà delle persone". "È un'accusa singolare per chi ha votato i provvedimenti per chiudere la gente in casa nella pandemia ma chiedo a Schlein quali sono le libertà cancellate da questo governo. Le nostre sono battaglie di libertà", ha affermato Meloni per poi aggiungere: "Ci dica di cosa parla ma ci dica qualcosa di concreto perché la libertà è stata sempre limitata solo dalla sinistra e il punto è che i cittadini lo hanno capito". La leader dem ha controreplicato. "Meloni venerdì ha detto in riferimento al premierato, o la va o si spacca. Qui non si tratta della sua poltrona, ma dell'Italia che si spacca. Non si è mai vista una sedicente patriota spaccare in due il paese con l'autonomia differenziata, che è il cinico baratto che Giorgia Meloni ha fatto con la lega di Salvini sul premierato".
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Meloni ha esordito così nella diretta sui social Gli appunti di Giorgia: "Eccomi qui in una nuova puntata degli 'Appunti di Giorgia' che però ho deciso di ribattezzare 'TeleMeloni'. Perché l'unica 'TeleMeloni' che esista è questa. Tutto il resto sono solo fake news di una sinistra che, essendo impegnata a occupare la televisione, pensa che gli altri siano come lei. Ma poiché noi siamo molto, e orgogliosamente, diversi dalla sinistra, abbiamo già smontato questa bufala dati alla mano".
"Noi rimaniamo contrari a uno strumento caro alla sinistra". Un decreto - ha spiegato - si sospende per "una ulteriore riflessione per assicurare maggiori garanzie ai contribuenti. Ci siamo presi del tempo e abbiamo due ipotesi. O superare in toto l'accertamento sintetico oppure lavorare a una norma che circoscriva questo tipo di strumento ai fenomeni oggettivamente inaccettabili quindi legati a grande evasione o chi si dichiara nullatenente e poi gira con il Suv ma senza vessare con norme invasive le persone comuni".
"Nel nostro ordinamento - ha detto il premier Meloni ripercorrendo il percorso del decreto - esiste l'accertamento sintetico per presunte incongruenze, nel 2015 il governo Renzi ha normato questo meccanismo con il redditometro, un sistema vessatorio, poi nel 2018 Conte lo abolisce e stabilisce che in poco tempo verrà' fatto un nuovo decreto ministeriale un decreto che non è mai arrivato per cui da 6 anni a questa parte l'amministrazione finanziaria non ha limiti nelle sue facoltà di accertamento perché non c'è un decreto che metta limiti e noi ereditiamo la situazione e per questo il Mef - sentite anche le associazioni - predispone il provvedimento".
Poi sentito anche il viceministro Leo si è deciso per una sospensione con le due ipotesi in campo. "La sinistra ci accusa di essere amici degli evasori", ha detto in un altro passaggio ma ricordando misure come il concordato e rivendicando 24,7 miliardi ricavati "non vessando i cittadini ma andando loro incontro perché se lo Stato non è nemico non merita neanche di essere raggirato, se invece nonostante lo Stato sia comprensivo lo vuoi fregare comunque è lì che entri".
"Noi ci batteremo contro una autonomia differenziata che intende mantenere i divari territoriali e anzi aumentarli. È l'antico disegno secessionista della Lega, non hanno nemmeno cercato di fare finta di volere un'altra cosa. Non hanno messo un euro su questa riforma, vuol dire che non gli interessa ridurre le disuguaglianze territoriali e sociali", ha dichiarato la leader dem. "Non accettiamo questa autonomia, sarebbe il colpo di grazia sulla sanità pubblica che il governo di Meloni sta già tagliando. Per noi non ci sono pazienti di serie A e di serie B in base alla regione in cui nascono. Dietro il nome tecnico di autonomia differenziata si cela la negazione dell'accesso ai servizi fondamentali per i cittadini: scuola, salute, trasporto pubblico locale. Sono gli stessi motivi per cui ci batteremo contro una riforma costituzionale che vuole accentrare tutti i poteri nelle mani del capo del governo".
"C'è una sola cosa che tiene unite queste due riforme apparentemente diverse: la legge del più forte, e sappiamo con la legge del più forte che fine fanno i più fragili. Come Pd ci batteremo contro l'autonomia differenziata per fermarla e cosi' fermeremo anche la pericolosa riforma del premierato".