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Le comunicazioni del premier al Senato in vista del consiglio Ue. Bordate contro l'opposizione
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"Ho buoni rapporti con un sacco di gente e non prendo ordini da nessuno. Dovreste esserne contenti, sono una persona libera che si confronta con tutti". Giorgia Meloni ha replicato così a Palazzo Madama (ieri era stata alla Camera) dopo le comunicazioni in vista del Consiglio europeo, rispondendo in particolare al senatore a vita Mario Monti che le ha chiesto spiegazioni sul suo rapporto con Elon Musk. "Non so che film abbiate visto - ha chiarito -, dobbiamo capirci su una differenza fondamentale tra noi e quello che è accaduto negli ultimi anni. In passato c'erano leader che pensavano che un buon rapporto significasse eseguire pedissequamente quello che dicevano gli altri".
Da anni dico che ci sono "concentrazioni economiche, grandi piattaforme con fatturati maggiori di alcuni Stati nazionali che agiscono senza regole" e tutte le volte "mi avete detto che sono sovranista". Ha detto ancora Giorgia Meloni nelle repliche delle comunicazioni al Senato. "Ora c'è una persona che ha idee diverse da quelle del mainstream", ha spiegato Meloni facendo riferimento al suo rapporto con Elon Musk. "Sinché Musk sosteneva il Partito democratico Usa non si è detta una parola", e se l'avesse fatto anche alle ultime elezioni negli Stati Uniti sarebbe accaduta la stessa cosa, ha aggiunto la premier. "Sentirvi difendere la sovranità dalle ingerenze straniere" è "un'impresa di Elon Musk in Italia", ha detto Meloni. "Un tema si pone da questo punto di vista. Su questo non bisogna cambiare idea in base a chi ha votato Elon Musk - ha aggiunto -. Il tema di Elon Musk si è posto all'indomani del sostegno a Trump, ma finché sosteneva il partito democratico nessuno ha detto una parola. Io non ragiono così".
"Senatore Renzi, sul Mercosur (qui spieghiamo cosa è) chiediamo di sapere che cosa la commissione Ue ha in mente di fare per compensare gli squilibri, la nostra decisione finale è sottomessa a questa risposta, se non ci sono le compensazioni, se non c'è un sistema che va visto con gli agricoltori" non ci può essere il sì dell'Italia, "non è sta con Milei o con Coldiretti, sto sempre con l'Italia". Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in replica al Senato dopo le comunicazioni in vista del Consiglio europeo. "Sicuramente non è in discussione il fatto di rafforzare i nostri rapporti di commercio e cooperazione con il Mercosur, quello che noi poniamo come problema è il fatto che questo accordo di libero scambio in un quadro europeo già molto complesso non può penalizzare alcune filiere. Potrebbe aiutare alcuni ambiti della nostra industria e penalizzerebbe i nostri agricoltori, la questione della reciprocità che Bergesio poneva. Ci siamo imposti regole estremamente stringenti se poi diciamo che importiamo liberamente da paesi che non le hanno stiamo creando uno squilibrio che pagheremo".
"Meloni sta con Milei. Cosa vuol dire? Penso Milei sia una molto interessante novità nel panorama politico argentino, è la persona giusta per quel contesto, ma non penso sia replicabile qui in Italia ciò che dice: lei era amico di Barak Obama e si metteva il cappotto come lui, io sono amica di Milei ma non mi faccio crescere le basette". Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in replica al Senato dopo le comunicazioni in vista del Consiglio europeo rispondendo a Matteo Renzi.
La Lega "ha difeso il commissario italiano pur contestando la commissione Ue", mentre il Pd "ha fatto il contrario" e "ha consentito che il commissario italiano fosse preso in ostaggio per garantire l'elezione della commissaria spagnola", un fatto "gravissimo". Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nella replica in Senato al dibattito sulle comunicazioni in vista del Consiglio Ue. La prima risposta è alla domanda di Matteo Renzi, che chiedeva Meloni se considerasse anche l'atteggiamento della Lega anti-italiano: "La differenza fondamentale tra la posizione della Lega e la posizione delle opposizioni è che la Lega vota per Raffaele Fitto, il Pd vota la commissione, ma le delegazioni del PSE danno mandato di scrivere a von der Leyen una lettera in cui si dice che Fitto non deve avere la vicepresidenza della Commissione. Da un lato abbiamo un partito che difende il commissario italiano pur contestando la commissione, e dall'altra parte abbiamo un partito che contesta il commissario italiano pur votando la commissione: guardate che è una differenza molto importante".
La seconda argomentazione si riferisce all'intervento del senatore Dem Alfieri: "Dice che il problema con Fitto si pone perchè il Ppe contesta la nomina della commissaria spagnola Ribera. Mi sta dicendo che il Pd ha consentito che il commissario italiano fosse preso ostaggio per difendere il commissario spagnolo. Questo sarebbe gravissimo, senatore Alfieri: avevo il dubbio che fosse così, ma oggi gli italiani sanno che avete consentito che il commissario italiano fosse preso in ostaggio per garantire l'elezione di un commissario spagnolo. È molto grave, edd è diverso da quello che ha fatto la Lega".
"La proposta sulle carceri in Albania è interessante ma non intendo perseguirla, magari possiamo immaginarla per qualche altro scenario. Voglio continuare a usare quei centri per quello per cui sono stati pensati. I trafficanti di esseri umani riescono a farsi pagare migliaia di euro con la promessa di arrivare in Europa. E capite cosa significhi dover pagare quelle somme senza avere la garanzia di arrivare in Europa, e per questo dico che il protocollo con l'Albania è un metodo molto efficace per combattere la mafia del mare, e quello che vi ho chiesto è di aiutare l'Italia a combattere questa mafia". Lo ha detto la premier, Giorgia Meloni, nella sua replica in Senato sulle comunicazioni in vista del Consiglio europeo di domani e venerdì, replicando alla proposta di Matteo Renzi di trasformare i centri in Albania in carceri per i detenuti albanesi, circa 2mila, che sono nelle carceri italiane.
"Il tema è che l'Europa deve occuparsi di meno cose e farlo meglio. Le materie sono quelle su cui Stati nazionali non possono farcela da soli. Non c'è bisogno di regolare tutto per tutto il continente. C'è il principio della sussidiarietà, l'unico che non è stato applicato. È la mia idea di Unione europea, non vuol dire che io sia nemica dell'Europa o che il sistema federale sia nemico dell'Europa, sono materie su cui è legittimo avere posizioni diverse. La mia tesi di Europa forte è di molti padri costituenti dell'Unione, de Gaulle per esempio. Per voi chi ha idea diversa è impresentabile. Finché ci maschereremo sempre dietro l'impresentabilità dell'avversario, non facciamo gli interessi dei cittadini e dell'Europa". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni in Aula al Senato, in sede di replica dopo la discussione generale sulle sue comunicazioni in vista del Consiglio Ue. "Orban ha sicuramente posizioni diverse dalle mie sull'Ucraina, ma alla prova dei fatti le decisioni l'Unione europea le ha prese, anche con il sostegno formale e non formale dell'Ungheria", ha detto ancora Meloni parlando del leader ungherese Viktor Orban. E ha concluso bocciando l'ipotesi di chi dice 'cacciamo Orban dall'Europa' perché, ha aggiunto, "non mi sembra un'opzione intelligente".
Giorgia Meloni apre alla possibilità di approvare la legge di bilancio in Senato senza il voto di fiducia in caso ci fosse la garanzia della sua approvazione nei tempi previsti dalla legge. Replicando al dibattito in Senato alle osservazioni di Matteo Renzi, Meloni ha detto: "Abbiamo cercato di fare del nostro meglio, il prima possibile, per dare spazio al Parlamento: ho chiesto che ci fosse il massimo tempo possibile. Sappiamo tutti di avere dei vincoli anche europei, so che la fiducia è stata posta alla Camera in accordo con le opposizioni per rispettare i tempi, ma posso dirvi che se ci fosse un accordo sui tempi senza il voto di fiducia io sarei più che disponibile, preferirei molto. Chiaramente dobbiamo rispettare i tempi ma non amo che ci sia un'apposizione del voto di fiducia, quindi sarei contenta se ci mettessimo d'accordo sui tempi senza il voto di fiducia".
"Non uso la calcolatrice perché in matematica sono sempre stata scarsissima, ma non ci vuole la calcolatrice. Voglio dare due numeri di quest'anno: 30 e 38. Trenta miliardi sono l'intero ammontare della legge di bilancio di quest'anno, tutti i soldi che abbiamo potuto mettere sulla sanità, sui salari, sugli incentivi al lavoro. Trentotto miliardi di euro sono i soldi che costerà il Superbonus per il solo 2025. Applauditevi, fate bene". Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, durante la replica al Senato sulle comunicazioni in vista del Consiglio Ue. "Non ci venite a spiegare dove avremmo potuto prendere dei soldi per che voi avete bruciato", ha aggiunto. Il M5s "ci è venuto a spiegare che saremmo servi della lobby delle banche, ma è ingeneroso accusare di ciò chi ha raccolto 3,6 miliardi nella manovra per coprire il taglio del cuneo per i lavoratori e altri provvedimenti a favore dei redditi medio bassi. Penso sia un importante cambio di passo rispetto a quanto fatto da coloro che oggi ci accusano di essere servi delle banche", ha detto Meloni. "Quando governava M5s - ha aggiunto il premier - ricordo di aver contestato un provvedimento che Conte definì potenza di fuoco: 400 miliardi di euro messi a disposizione delle banche per concedere prestiti a imprese e cittadini senza impedire che le banche usassero la garanzia dello Stato per rinegoziare i prestiti che avevano già concesso. Questo penso sia regalare soldi alle banche e sono contenta di guidare un governo che su questo ha corretto la rotta".