Il premier in Senato: "Il mondo in cui troppo a lungo ci siamo crogiolati è finito". Poi risponde a Sea Watch che aveva definito le guardie costiere "i veri trafficanti di uomini": "Dall'Ong parole indegne e vergognose". "Unifil? L'atteggiamento di Israele è ingiustificabile"
Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nelle comunicazioni in Senato in vista del Consiglio europeo del 17 e 18 ottobre, ha invitato a ripensare il ruolo dell'Europa. "L'Europa di domani non può essere uguale a quella di ieri e di oggi, deve cambiare, ripensare completamente le sue priorità, il suo approccio, la sua postura - ha detto -, dobbiamo chiederci quale futuro intendiamo costruire per l'Europa" perché "la centralità del nostro continente non è scontata". "Il mondo in cui troppo a lungo ci siamo crogiolati è finito", ha quindi sottolineato. In serata la Camera ha approvato la risoluzione della maggioranza sulle comunicazioni del presidente del Consiglio: i sì sono stati 190, i no 117, gli astenuti 10.
All'Italia "è mancata, a volte sì, la consapevolezza del suo ruolo, l'orgoglio per la sua tradizione, il coraggio per tracciare la rotta, invece di limitarsi a seguire le rotte tracciate da altri. Ma quella stagione, fortunatamente, ce l'abbiamo alle spalle", ha proseguito.
"Le recenti elezioni europee" hanno rappresentato "un punto di non ritorno con un'indicazione chiara da seguire: l'Ue di domani non può essere quella di ieri e di oggi, deve cambiare e ripensare priorità, approccio, postura, ripensare il suo ruolo nella storia", ha ribadito il presidente del Consiglio, sottolineando come si debba decidere "quale futuro intendiamo costruire per l'Europa non solo come istituzione ma come autorità politica e come attore imprescindibile sulla scena globale".
E a proposito dell'indicazione di Raffaele Fitto come commissario e vicepresidente della nuova commissione Ue di Ursula von der Leyen, Meloni ha affermato: "Mi auguro che tutte le forze politiche italiane si facciano parte attiva presso le proprie famiglie politiche europee affinché questo risultato per la nostra Nazione possa essere raggiunto rapidamente e senza inciampi. Ci sono momenti in cui l'interesse nazionale deve prevalere su quello di parte: mi auguro che sia uno di questi senza distinguo e senza tentennamenti".
Il Consiglio europeo dei prossimi giorni "sarà di transizione fra il nuovo e vecchio ciclo ma servirà anche a dettare la strategia futura. L'Italia farà la sua parte pronta a indicare la rotta su temi su cui ha dimostrato di poter dire la sua", ha aggiunto il premier. "All'Italia è mancata a volte la consapevolezza del suo ruolo ma quella stagione fortunatamente ce l'abbiamo alle spalle", ha precisato.
"Dovremo essere pronti a verificare la possibilità di nuovi strumenti di debito comune, così come a lavorare per riuscire finalmente a mobilitare adeguatamente il capitale privato - ha detto ancora -. Completare l'Unione dei mercati dei capitali consentirebbe, infatti, ai risparmi europei di diventare investimenti europei. Sappiamo cosa dobbiamo fare, insomma, ma adesso serve farlo. Servono azioni politiche concrete che trasformino le nostre priorità in una ambiziosa strategia industriale europea, per garantire la crescita delle aziende, la protezione dell'industria, la semplificazione del quadro normativo".
Durante le comunicazioni in Senato, il premier ha toccato anche il tema dei migranti, rispondendo così alle accuse mosse da Sea Watch: "Considero vergognoso che l'organizzazione non governativa Sea Watch definisca le guardie costiere 'i veri trafficanti di uomini', volendo delegittimare tutte quelle degli Stati del nord Africa, e magari anche quella italiana, in modo da dare via libera agli scafisti che questa Ong descrive invece come innocenti, che si sarebbero ritrovati casualmente a guidare imbarcazioni piene di immigrati illegali. Sono dichiarazioni indegne, che gettano la maschera sul ruolo giocato da alcune Ong e sulle responsabilità di chi le finanzia".
"L'approccio dell'Europa in materia migratoria è oggi molto diverso da quello del passato, grazie soprattutto all'impulso italiano, ma è fondamentale lavorare per dare concretezza alle nuove priorità - ha proseguito il presidente del Consiglio -. Sono orgogliosa che l'Italia sia diventata, da questo punto di vista, un modello da seguire. Nel 2024 la percentuale di sbarchi di immigrati illegali è diminuita del 60% rispetto al 2023 e del 30% rispetto al 2022. È merito delle politiche del governo, certo, ma anche del sostegno che l'Europa ha garantito a molte delle nostre proposte, come il memorandum con la Tunisia e con l'Egitto". Giorgia Meloni ha quindi concluso affermando: "Constatiamo una nuova attenzione al tema dei rimpatri, anche volto a un rafforzamento dell'attuale quadro giuridico europeo, sul quale abbiamo registrato con favore l'interesse del nuovo governo francese e le dichiarazioni della presidente Von der Leyen a margine del vertice Med9 di Cipro".
Nel corso delle sue dichiarazioni al Senato, inoltre, il premier ha parlato della guerra in Medioriente e in particolari degli attacchi subiti dalla missione Unifil in Libano: "Pur se non si sono registrate vittime o danni ingenti io penso che non si possa considerare accettabile" l'attacco di Israele "ed è la posizione che l'Italia ha assunto con determinazione a tutti livelli: pretendiamo che venga garantita la sicurezza dei nostri soldati sia Unifil sia nella missione bilaterale, che insieme al resto della comunità internazionale hanno contribuito per anni" alla stabilità del confine tra Israele e Libano. L'atteggiamento delle forze israeliane è del tutto ingiustificato e palese violazione della risoluzione 1701 dell'Onu. Bisogna lavorare alla piena applicazione della risoluzione, rafforzando la piena capacità di Unifil e delle forze armate libanesi".
"Non si può dimenticare il massacro di civili, donne e bambini, avvenuto per mano di Hamas il 7 ottobre del 2023. Il nostro pensiero va agli ostaggi che da oltre un anno" auspicano di poter tornare a casa, ha detto ancora il premier. "Le legittime critiche a Israele si mischiano a un giustificazionismo nei confronti di Hamas ed Hezbollah che tradisce un antisemitismo montante e che deve preoccuparci tutti. Le manifestazioni di piazza degli ultimi giorni lo hanno dimostrato senza smentita", ha concluso.
"In Italia facciamo opposizione a Fitto, ma sapremo comportarci di conseguenza difendendo gli interessi italiani in quel consesso. Il nostro voto sarà sempre nell'interesse dell'Italia e sapremo comportarci in maniera diversa da come avete fatto voi chiamando la piazza". Così Alessandro Alfieri, senatore del Pd replicando al premier Giorgia Meloni sul voto a Raffaele Fitto come commissario europeo.