Con la riforma del premierato, ha spiegato il premier, "quello che vorrei fare io è che chi governa lo scelgano i cittadini e che, se va a casa, si torna a votare: è la democrazia"
"Mi invitate nel giorno in cui perdo le elezioni in Sardegna, sto pure facendo la Quaresima e non posso neanche affogare i miei dispiaceri nell'alcol. Per cui non è la giornata migliore per aspettarsi da me della simpatia e dell'allegria. E' andata così". Lo ha detto sorridendo il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, intervenendo all'incontro con i corrispondenti della stampa estera, a Roma. "Il tempo - ha sottolineato - è quello che è mancato ai governi italiani: a questa nazione serve stabilità, per dare priorità agli investimenti, avere una strategia, governare i poteri economici".
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Con la riforma del premierato, ha spiegato Meloni, "quello che vorrei fare io è che chi governa lo scelgano i cittadini e che, se va a casa, si torna a votare: è la democrazia. Sulla riforma costituzionale ci sono accuse, un famoso commentatore Usa citava Mussolini perché dice che per pochi voti sarà possibile avere la maggioranza: accade in varie democrazia come la Francia".
"Mi considero una persona perbene e buona, e so che non bisogna mai sottovalutare la potenziale cattiveria di un buono costretto a essere cattivo", ha aggiunto il premier alla cena dei corrispondenti della stampa estera, spiegando che le cose che la fanno arrabbiare di più sono "la slealtà, l'umiliazione e perdere a burraco, cosa che mi sta capitando spesso, diciamo che quest'anno non è partito benissimo".
"Sono giornalista come voi - ha proseguito Meloni - ma sono soprattutto sono una persona che ha impegnato i due terzi della sua esistenza nell'impegno politico, che considero la più straordinaria forma di impegno civile. Non avrei mai immaginato di arrivare a Palazzo Chigi, non amo starci e potrei rimanerci più degli altri proprio per questa ragione. Un mio collaboratore dice che il mio motto è 'moriremo tutti': non sono ottimista, vedo sempre il bicchiere mezzo vuoto, ma vedendo sempre lo scenario peggiore possibile sono in grado di affrontare tutti gli scenari".
"La cosa che amo di più dopo mia figlia - ha detto - è la mia nazione e mi fa arrabbiare che si manchi di rispetto all'Italia. Ho sofferto da patriota un'Italia guardata dall'alto in basso, considerata poco seria e inaffidabile. Mi sono data come obiettivo di restituire a questa nazione credibilità, di ribaltare un racconto a volte anche strumentale: l'Italia spaghetti e mandolino, l'Italia di cui non ti puoi fidare".