Nel 2019 l'eurodeputata era finita agli arresti domiciliari, poi revocati, con le accuse di corruzione, false fatturazioni e truffa ai danni del Parlamento Ue
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L'eurodeputata Lara Comi è stata condannata a quattro anni e due mesi a Milano, nel maxi processo a carico di oltre 60 persone imputate per il caso "Mensa dei poveri". A deciderlo è stata la sesta sezione penale, presieduta da Paolo Guidi. Nel novembre 2019 l'esponente di Forza Italia era finita agli arresti domiciliari, poi revocati, con le accuse di corruzione, false fatturazioni e truffa ai danni dell'Europarlamento. "Continuerò a difendermi, parlerò a tempo debito", ha dichiarato.
Comi, che era presente in aula, è stata condannata alla pena che avevano chiesto per lei i pm Civardi e Bonardi. Le accuse sono di corruzione di incaricato di pubblico servizio (così è stato riqualificato il reato di corruzione di pubblico ufficiale), truffa ai danni dell'Europarlamento in relazione a un contratto per un suo collaboratore per il periodo 2016-2017 e per false fatture. Per Comi i giudici hanno anche disposto l'interdizione dai pubblici uffici e l'incapacità di trattare con la pubblica amministrazione per cinque anni e le hanno confiscato 28.700 euro.
I giudici hanno condannato in totale 11 imputati, mentre più di 50 sono stati assolti "perché il fatto non sussiste". Tra loro anche l'ex vice coordinatore lombardo di Forza Italia ed ex consigliere comunale milanese Pietro Tatarella e l'ex consigliere regionale lombardo Fabio Altitonante. Assolto anche l'ex patron dei supermercati Tigros, Paolo Orrigoni, come la stessa società. Condannato invece a un anno e un mese l'ex deputato di Forza Italia Diego Sottani.