"Ratificare il Mes non vuol dire chiedere l'attivazione vuol dire essere un governo irresponsabile", ha spiegato a Bruxelles la segretaria dem
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Da Bruxelles la segretaria dem, Elly Schlein, va all'attacco del premier Giorgia Meloni sul Mes. "Tenere bloccati venti Paesi per ragioni ideologiche e per non dire la verità alle italiane e agli italiani, e cioè che ratificare il Mes non vuol dire chiedere l'attivazione vuol dire essere un governo irresponsabile. E Meloni ci sta mettendo in imbarazzo anche rispetto agli altri interlocutori internazionali", ha affermato Schlein. E sul nodo del Pnrr: "Il governo non lo attua perché non ne condivide le finalità".
La leader dem è in trasferta a Bruxelles per tre giorni. Giovedì mattina parlerà del Mes anche al summit del Partito socialista europeo, una riunione delicata perché arriva alla fine di una serie di tornate elettorali che, un po' dappertutto in Europa, hanno visto la destra in ascesa e il centrosinistra sconfitto. Il 23 luglio, con le elezioni spagnole, il Pes potrebbe perdere una delle sue stelle al timone di un Paese membro, Pedro Sanchez. Schlein avrà l'occasione di parlare anche con Frans Timmermans, vice presidente della Commissione Ue e padre di quel Green Deal nelle ultime settimane finito nel mirino anche del Ppe.
Altro tema, per il Nazareno, è la casa. "Lanceremo un'iniziativa per poi confrontarci con chiunque si occupa di casa, dai sindacati agli studenti che protestano per il caro affitti", ha annunciato Schlein. Con Gentiloni, che potrebbe correre alle Europee, invece "non si è parlato di candidature", ha spiegato. La tappa a Bruxelles, nello schema della leader Dem, è stata funzionale a mettere dei paletti sulle priorità della campagna per le Europee: una Ue più integrata rispetto al pericolo nazionalista, una maggiore coesione sociale e territoriale, una maggiore difesa dei lavoratori, a cominciare da quelli che operano in settori privi di tutela, come i riders.
Schlein, in un lungo punto stampa, ha parlato dei temi che saranno sul tavolo del vertice Ue di giovedì e venerdì. Sui migranti, ad esempio, "il governo dimostra la sua ipocrisia. Nel 2017, quando stavamo riformando il sistema di Dublino con una redistribuzione obbligatoria, la destra era assente. E ora accetta un compromesso al ribasso", ha spiegato l'ex europarlamentare bocciando anche il modello di intesa messo in campo da Italia e Ue con la Tunisia. "Le politiche di questo governo sono dettate dalla disumanità", ha sottolineato. Il suo attacco al governo ha toccato anche, in quanto "centralistica", anche la scelta del generale Figliuolo come commissario per la ricostruzione dopo l'alluvione.