Il provvedimento dovrebbe rendere norma primaria l'indicazione dei "Paesi sicuri". La lista sarà aggiornata periodicamente. Piantedosi: "Dal 2026 in vigore sistema più stringente"
Dopo la sentenza del Tribunale di Roma sul trattenimento dei migranti in Albania e il rientro in Italia, il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto legge in materia. Il provvedimento rende norma primaria l'indicazione dei Paesi sicuri. L'elenco verrà aggiornato periodicamente, sempre mediante atto avente forza di legge. Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio: "La sentenza della Corte Ue non è stata ben compresa".
Il decreto legge è volto a superare l'impasse creata dalla decisione del Tribunale di Roma di non convalidare il trattenimento di alcuni migranti nel centro di Gjader in Albania, in quanto provenienti da Paesi non sicuri. Con il nuovo decreto, la lista aggiornata dei Paesi sicuri stilata dal ministero degli Esteri avrebbe quindi il valore di una legge.
In particolare, nel dl approvato dal Consiglio dei ministri, sono stati rimossi i Paesi rispetto ai quali erano previste "eccezioni di carattere territoriale" (Camerun, Colombia e Nigeria). Il nuovo elenco (i Paesi sicuri passano da 22 a 19) è ora contenuto in un provvedimento con forza e valore di legge per evitare possibili disapplicazioni fondate su interpretazioni della "Direttiva Accoglienza" (la quale, tra l'altro, non appare "dettagliata e incondizionata", rimettendo il suo recepimento ai singoli Stati membri).
L'elenco è ora composto da Paesi individuati secondo i criteri stabiliti dalla normativa europea (art. 2 bis del decreto legislativo 25/2008) e dai riscontri rinvenibili dalle fonti di informazione fornite dalle organizzazioni internazionali competenti: Albania, Algeria, Bangladesh, Bosnia-Erzegovina, Capo Verde, Costa d'Avorio, Egitto, Gambia, Georgia, Ghana, Kosovo, Macedonia del Nord, Marocco, Montenegro, Perù, Senegal, Serbia, Sri Lanka e Tunisia.
La sentenza della Corte Ue non è stata ben compresa", ha spiegato il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, al termine del Consiglio dei ministri. "Il nocciolo della sentenza è che il giudice deve, nel momento in cui si pronuncia, dire in maniera esaustiva e completa, nel caso di specie, quali siano le ragioni per cui per quell'individuo quel determinato Paese non è ritenuto sicuro. Nelle motivazioni dei decreti al centro del dibattito in questi giorni" questo non c'è.
"Leggete i dieci decreti del tribunale di Roma e vedrete se, tolte le prime quattro pagine che hanno solo premesse tecnico giuridiche, le cinque righe dedicate a questa motivazione - ha rimarcato ancora il ministro della Giustizia - siano in linea con i cinque lunghi paragrafi della sentenza".
Nordio ha poi sottolineato che "i soggetti sono di cittadinanza incerta e la loro provenienza è dichiarata da loro stessi, non hanno documenti e non c'è nessuna prova che arrivino da determinati Paesi, il che significa devolvere all'arbitrio di queste persone la definizione dei parametri di sicurezza o meno dai quali dicono di arrivare".
Al termine del consiglio è intervenuto anche il ministro dell'Interno. Stiamo attuando una normativa europea e anticipando l'entrata in vigore di un sistema più dirimente e stringente. Dal 2026 - ha spiegato Matteo Piantedosi - entra in vigore un regolamento che prevederà addirittura l'individuazione dei Paesi sicuri con esclusivo riferimento alle percentuale di approvazione delle domande di asilo a livello europeo, attestandole sotto il 20%.
"Le spese per i migranti in Albania sono troppo alte?, hanno chiesto i giornalisti al ministro. "È necessario migliorare l'appropriatezza della spesa complessiva: oggi il ministero dell'Interno spende 1,7 miliardi per l'accoglienza di persone che nel 60-70% dei casi, ed è una stima prudente, vedranno bocciate le loro domande di protezione internazionale", ha dichiarato Matteo Piantedosi. "Per il trasferimento dei migranti in Albania - ha sottolineato il ministro - è stata usata una nave della Marina Militare che ha comunque dei costi di esercizio, non è che sta ferma in un garage, e questi costi andrebbero detratti nel conto. Ed hanno un loro costo i trasferimenti di migranti che facciamo tutti i giorni in tutta Italia".