Conte: "Velocizzare i rimpatri è una svolta importante". Il ministro degli Esteri: "Negli ultimi quattordici mesi è stato tutto fermo, siamo ancora allʼanno zero"
"Sui migranti presentiamo un decreto che non urla ma fa i fatti". Lo ha detto il ministro degli Esteri e capo del M5s Luigi Di Maio, presentando alla Farnesina il nuovo decreto interministeriale Esteri-Giustizia-Interno sui migranti. Si tratta solo del "primo step del nostro piano per i rimpatri sicuri", ha aggiunto ribadendo che la misura "porterà da due anni a quattro mesi i rimpatri verso 13 Paesi".
Nel nuovo decreto interministeriale che prevede di accorciare i tempi per i rimpatri dei migranti sono stati inseriti Algeria, Marocco, Tunisia, Albania, Bosnia, Capo Verde, Ghana, Kosovo, Macedonia del Nord, Montenegro, Senegal, Serbia e Ucraina.
Conte: "Velocizzare i rimpatri è una grande svolta" - Soddisfatto del provvedimento il premier Giuseppe Conte, che commenta così: "Il ministro Di Maio mi aveva anticipato questa inziativa, su cui il governo stava lavorando da tempo. E' un grande passo avanti perché ci consentirà di intervenire su un tema su cui siamo sempre stati deficitari in Italia. Sarà una grande svolta velocizzare i rimpatri".
Di Maio: "Acceleriamo le procedure" - Sui circa 7.000 arrivi di quest'anno, ha spiegato il ministro degli Esteri, "oltre un terzo appartengono a uno di questi Paesi. Per molte di queste persone dobbiamo attendere due anni. Ora, per oltre un terzo degli arrivi acceleriamo le procedure".
Verso l'accordo con altri Paesi - Con alcuni Paesi, come il Marocco, ci sono già accordi in essere ma che finora non sono stati implementati. La lista, ha aggiunto, potrà essere aggiornata con altri Paesi Per completare gli accordi, ha precisato ancora il ministro, sarà fondamentale il "ruolo della cooperazione allo sviluppo". Nelle prossime settimane, ha concluso, "farò vari viaggi in alcuni di questi Paesi per riuscire ad accelerare le procedure di rimpatrio".
"Ben accetto solo chi ha bisogno di protezione, gli altri rimpatriati" - "Lavoriamo per evitare il 'pull factor' che si può evitare chiarendo il messaggio che chi ha bisogno di aiuto è ben accetto ma chi, in base alle regole internazionali non può stare qui, sarà rimpatriato", ha puntualizzato.
"Il decreto non comporta oneri di spesa" - "Non ci sono oneri di spesa per la semplice ragione che questo tipo di decreto inverte l'onere della prova - ha precisato Di Maio - . E' chiaro che questo è un primo step".
"Il fondo rimpatri può arrivare a 50 milioni" - "Il fondo rimpatri, che può arrivare fino a 50 milioni di euro, va implementato. Oggi dispone di cifre irrisorie, 2-4 milioni di euro", ha detto ancora il ministro degli Esteri, aggiungendo che "non è il fondo che ci serve per pagare le spese di rimpatrio ma il fondo che ci permette di implementare gli accordi attraverso i progetti di cooperazione allo sviluppo".
"Nessuna volontà di contrapporre il testo al dl Sicurezza" - Di Maio ha quindi affermato che, "per quanto riguarda il decreto sicurezza, qui non c'è nessuna volontà di mettere questo decreto in contrapposizione con altri. Abbiamo detto che sul decreto Sicurezza recepiremo le osservazioni del presidente della Repubblica".