L'ex ministro della Difesa, a Tgcom24, parla di un'audizione parlamentare del 2015, nella quale venne fatto riferimento ad una presunta intesa tra Paesi per lo sbarco di profughi sulla Penisola
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Mario Mauro, ex ministro della Difesa (dal 28 aprile 2013 al 22 febbraio 2014) durante il governo di Enrico Letta, intervenendo in diretta a Tgcom24 ha parlato della questione migranti. Mauro, riferendosi ad un'audizione parlamentare del 2015, ha fatto riferimento a presunti accordi presi negli anni scorsi dal governo italiano con Paesi stranieri, per l'accoglienza di profughi nei porti del nostro Paese, anche in violazione degli accordi di Dublino. "Da due anni aspetto una risposta", ha spiegato l'esponente di Forza Italia.
L'audizione del 2015 - "Vorrei citare - ha commentato Mauro - un fatto ritrovato dagli atti parlamentari, da un'audizione del 17 giungo 2015, quando io stesso, in un'audizione che prevedeva di ascoltare il capo della Guardia costiera, l'ammiraglio Felico Angrisano, chiedevo all'ammiraglio 'quale nesso ci sia tra il tema della raccolta in mare dei profughi, richiedenti asilo o comunque migranti fatta da navi che non battono bandiera italiana, e i recenti risultati (risalenti appunto al 2015, ndr) dell'ultimo Consiglio europeo, nel quale il Parlamento italiano sembrerebbe aver fatto una negoziazione per cui finalmente i Paesi europei si schierano con noi per la raccolta in mare di una persona, ma nel quale sembra aver accordato una deroga a tali Paesi in base alla quale questi profughi possono essere accompagnati in Italia".
"Chiedo dunque - ha proseguito Mauro - se tutto quello che sta avvenendo è perché siamo d'accordo, perché il governo ha stipulato un accordo che va in questo senso e dunque, seppur essendoci il diritto del mare e la Convenzione di Dublino che dicono cose diverse, noi non potremo far altro che rispettare il contenuto dell'accordo che abbiamo stipulato. Queste cose le ho chieste nel 2015 e per due anni il governo ha negato la risposta".
Bonino: "Accordo su migranti non segreto" - Le parole dell'ex ministro fanno eco quindi a quelle pronunciate da Emma Bonino nei giorni scorsi. L'esponente radicale aveva infatti parlato a Radio Radicale di accordi tra governi per consentire gli sbarchi in Italia. "Tra il 2014 e il 2016 abbiamo chiesto che il coordinatore fosse a Roma alla Guardia costiera e che gli sbarchi avvenissero tutti quanti in Italia, l’abbiamo chiesto noi", le dichiarazioni della Bonino. Rivelazioni che hanno sollevato un polverone da più parti nel mondo della politica.
La Bonino, in occasione dei "Referendum Days", mobilitazione per il referendum radicale sulla messa a gara del trasporto pubblico a Roma, ha ribadito: "Non capisco le polemiche, manco io avessi rivelato un segreto di Stato. Forse i parlamentari, o Renzi o qualcuno deve essersi distratto. Il comitato Schengen ha discusso del protocollo Triton, lo dice la presidente Ravetto, però è stato fatto quell'accordo che non è affatto segreto, che prevede che è l'Italia che coordina tutta l'operazione e che tutti devono sbarcare in Italia".