Il segretario generale della Cei: "Così si giudica l'immigrato per una sua condizione e non per i comportamenti che può avere"
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"A me sembra strano che si parli di immigrati all'interno del decreto sicurezza. Inserirlo lì significa giudicare già l'immigrato per una sua condizione, per il suo essere immigrato e non per i comportamenti che può avere". Lo ha detto a "Stanze Vaticane" di Tgcom24, monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei.
"E' un brutto segnale sul piano culturale, perché si tratta di un tema sociale che va affrontato nel rispetto della legalità ma non possiamo considerare la condizione degli immigrati come una condizione di delinquenza", ha sottolineato intervistato da Fabio Marchese Ragona.